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Diciottenne rischia di morire d’overdose

Salvata in extremis nei giardini della chiesa di San Lorenzo. Sul mercato una “partita” tagliata male



TRENTO. Ha rischiato di morire per un “buco”. Una dose di eroina probabilmente tagliata male iniettata nelle vene il cui effetto è andato ben oltre quello previsto, già di per sé devastante. La diciottenne protagonista dell’episodio, infatti, è andata in overdose e ha subito perso i sensi e se qualcuno non avesse notato nei giardini accanto alla chiesa di San Lorenzo, in pieno centro città. Sul posto, sono subito intervenuti i sanitari del 118 che hanno lavorato a lungo per strappare alla morte la giovanissima tossicodipendente, somministrandole massicce dosi di Narcan. Alla fine, la ragazza ha ripreso le funzioni vitali ed è stata trasferita al Santa Chiara. Sul posto, è intervenuta anche la Polizia che ha subito avviato delle indagini. L’episodio avvenuto ieri mattina, infatti, è solo l’ultimo e più eclatante episodio di una serie avvenuta negli ultimi giorni non solo a Trento, ma anche in Vallagarina. Il sospetto è che sia stata finita sul mercato una partita di sostanza stupefacente tagliata male e che chi la assume, anche a causa di una fragilità fisica legata proprio alla tossicodipendenza, rischia davvero la vita. Gli investigatori della Questura stanno cercano di compiere il percorso inverso dei canali di rifornimento della droga per cercare di fermarne la vendita e arrivare agli spacciatori. I casi di overdose sono drasticamente ridotti rispetto agli anni 70, 80 e 90 quando le notizie di giovani vite spezzate dalla dipendenza occupavano costantemente le cronache dei giornali. Negli ultimi anni, invece, sono cambiati i modi di assunzione dell’eroina, che può essere “fumata”. Questo ha causato un’enorme diffusione di questo tipo di droga, anche tra le categorie più insospettabili, dal momento che non lascia più segni visibili sul corpo ed elimina il pericolo di overdose. Restano, invece, gli effetti micidiali sull’organismo e rende la dipendenza ancora più forte.













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