Di Maio: «Per me è prioritario riportare Chico Forti a casa»
La Farnesina. Il ministro ha spiegato che l’emergenza sanitaria non ha affievolito l’impegno a favore del trentino: sempre attivi i contatti con gli Usa compresi quelli a livello politico
TRENTO. «Il dossier Chico Forti, per noi è prioritario. Anche in questa emergenza coronavirus l’Unità di crisi della Farnesina e il nostro corpo diplomatico sono stati chiamati a fare il possibile». A dirlo, anzi, a scriverlo in un post su Facebook, è lo stesso ministro degli Esteri Luigi Di Maio che assicura che anche in questi giorni difficili, il “caso Chico Forti” è sempre fra le sue priorità. Di più. Secondo fonti della Farnesina, riportate dalle agenzie di stampa, il ministero degli Esteri continua a mantenere contatti costanti ai vari livelli, incluso il più alto livello politico.
Proprio nelle ultime ore c’è stato un ulteriore confronto tra i vertici del ministero degli Esteri e l’avvocato di Chico, Joe Tacopina, si apprende da fonti della Farnesina, secondo cui si continua a lavorare senza sosta per riportare a casa Chico. E continua anche il lavoro di “Le Iene” in favore del trentino con una nuovo appuntamenti dedicato al caso annunciato per ieri sera.
Insomma l’emergenza sanitaria non ha bloccato quello che era stato intrapreso per cercare di portare fuori dal carcere Chico. Che, lo ricordiamo, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike. Omicidio per il quale Chico si è sempre detto innocente. Omicidio per il quale, però, da vent’anni il trentino è in cella in Florida.
«Ho visto sul volto di donne e uomini dell’Unità di crisi della Farnesina - scrive Di Maio - i segni della stanchezza di questi ultimi giorni. Ma nei loro occhi traspariva anche la felicità per l’importante risultato raggiunto. Perché dietro alla liberazione di un nostro connazionale c’è l’intenso lavoro di tante persone che con umiltà non si sono fermate un attimo. Intanto continuiamo ad affrontare importanti temi come il conflitto libico e domani con i miei omologhi europei faremo una videocall sugli esiti della conferenza di Berlino. E poi c’è il dossier Chico Forti, per noi prioritario. Anche in questa emergenza coronavirus l’Unità di crisi e il nostro corpo diplomatico sono stati chiamati a fare il possibile. Quasi 80mila connazionali rimpatriati in sicurezza in Italia, milioni di aiuti sanitari fatti arrivare da ogni parte del mondo. Nessuna medaglia, è nostro dovere. Mai come oggi è importante lavorare a testa bassa e tifare Italia. Noi lo stiamo facendo con grande umiltà».