Dellai va avanti con la Margherita
Nuovo botta e risposta con gli esponenti del partito di Rutelli
TRENTO. E’ ancora battaglia aperta sul simbolo della Margherita. Ieri mattina Lorenzo Dellai ha annunciato per martedì la presentazione del simbolo dell’Upt, con la margherita in alto a destra, come simbolo della nuova lista «Civica Popolare» guidata dalla ministra Beatrice Lorenzin. Subito dalla ex Margherita nazionale si Rutelli è partita una diffida affidata al presidente del collegio dei liquidatori Roberto Montesi. Dellai, ha anzi risposto per le rime: «Con riferimento a quanto dichiarato dal presidente del collegio dei liquidatori di Democrazia e Libertà-La Margherità, spiace dover tornare sull'argomento, che si pensava ampiamente chiarito e che sinceramente incomincia a diventare piuttosto noioso, solo per precisare che il mio partito in Trentino non ha mai inserito margherite di pochi millimetri nella Stella Alpina della SVP. Essendo tendenzialmente cauti di fronte alla manipolazione genetica delle specie botaniche, ci siamo limitati a mettere il nostro simbolo - ben identificabile nella sua autonomia - accanto a quelli del PD e della SVP in occasione delle elezioni per il Senato della Repubblica» Nel simbolo della Civica Popolare ci saranno i riferimenti al logo dei cinque soggetti promotori: Ap, Centristi per l'Europa, Italia è Popolare, Idv e Democrazia solidale di Lorenzo Dellai. Proprio Dellai porta in dote il simbolo dell'Unione per il Trentino, con una margherita che ha una storia ventennale, visto che nasce nel 1998 con una lista Civica Margherita, a cui si ispirerà il partito di Rutelli nel 2001. Ma le due margherite sono diverse (quella di Delllai, usata in Trentino, ha meno petali di quella di Rutelli), e lo stesso Dellai ha ribadito di voler usare proprio la sua nel simbolo del nuovo partito, dato che «non può confondersi» con quella di Rutelli. Per di più la «margheritina» era stata già usata alle elezioni del Senato del 2013 senza che nessuno trovasse da ridire. Immediata una nuova diffida dei liquidatori della Margherita di Rutelli. A quel punto è intervenuta anche la Lorenzin: «Non c'è nessun tentativo furbetto di appropriarsi del simbolo di nessuno. C'è soltanto il rispetto doveroso verso la sensibilità di nuovi compagni di viaggio, che chiedono legittimante di utilizzare ognuno di loro i simboli della propria identità già usati alle precedenti elezioni politiche». Il tema però è sempre meno giuridico e sempre più politico, come dimostra una frecciata di Dellai a Rutelli: «uno spazio politico non lo si può brevettare». Il sospetto è cioè che la querelle legale miri a impedire la nascita di un soggetto politico che occupi l'area che un tempo fu della Margherita di Rutelli.