Dellai: «Lo sciopero degli asili in Trentino? Una guerra sul nulla»

Scuole materne, il governatore contro i sindacati: «Devono usare più buonsenso»


Jacopo Tomasi


TRENTO. «Non capisco le ragioni di una guerra dichiarata attorno al nulla». Il presidente Lorenzo Dellai commenta così lo sciopero del personale delle scuole materne proclamato da Cgil, Cisl e Uil. Per il governatore «non ci sono posti di lavoro a rischio» e attacca i sindacati. «Devono usare più buonsenso - afferma - i cittadini hanno eletto noi, e non loro, per garantire la qualità dei servizi». Toni duri quelli del governatore, anche se poi tende la mano e lancia una sorta d'appello alle parti sociali, sottolineando quanto sia necessario, in questo periodo storico, confrontarsi per ridefinire alcuni servizi utilizzando meglio le risorse per garantirli anche a lungo termine, per il bene di tutti. Presidente Dellai, proprio quando il clima pareva essersi disteso, i sindacati hanno proclamato lo sciopero del personale delle scuole dell'infanzia, definendo irricevibile la vostra proposta. Se l'aspettava? No, questa mossa ci ha sorpreso anche perché la nostra proposta, avvenuta in seguito agli incontri tra l'assessore Dalmaso e le parti sociali, ci sembrava prudente e ragionevole. In ogni caso lo sciopero non ci preoccupa: ormai ci sono dei riti, per quanto legittimi, che vanno rispettati. Il problema fondamentale è un altro. Quale? Purtroppo c'è una parte del pubblico impiego e dei rappresentanti sindacali che non capiscono che se non rivediamo, con equilibrio e buonsenso, l'utilizzo di certe risorse, in futuro avremo una riduzione drastica di molti servizi. Il nostro obiettivo, infatti, non è quello di ridurre gli stanziamenti per le scuole o le materne, che puntualmente aumentano, ma adottare azioni minime per evitare che nei prossimi anni la spesa esploda e rende più difficile l'accesso a certi servizi. Inoltre, le scuole dell'infanzia sono un orgoglio del Trentino e non vogliamo certamente privare le famiglie, e soprattutto i bambini, di un servizio del genere. Sindacati e maestre, però, denunciano tagli di personale. Conferma? No, non ci sono posti di lavoro a rischio. Nemmeno uno. La proposta dell'assessore Dalmaso è semplice e di buonsenso e prevede un'organizzazione diversa che permetta di usare meglio le risorse e garantire servizi migliori per un numero maggiore di bambini. Inoltre, in questo modo, riusciamo a garantire servizi anche in futuro, ai quali altrimenti dovremmo rinunciare. Le preoccupazioni e le proteste di sindacati e maestre sono quindi fuori luogo? Innanzitutto, i cittadini hanno eletto noi, e non i sindacati, per garantire servizi di qualità. In secondo luogo, se qualcuno, fuori dai nostri confini, vedesse che qui si sciopera per questi motivi ci darebbe dei matti, direbbe che siamo una comunità impazzita. Alla luce di questa situazione il dialogo con le parti sociali sembra complicato. Come può essere ripristinato? La giunta è disponibile al confronto, ma pretende altrettanta disponibilità. Invito il sindacato a non trincerarsi su certe posizioni così pregiudiziali. La Provincia punta allo sviluppo, ma per raggiungere questo obiettivo bisogna passare anche attraverso la riorganizzazione di alcuni servizi. Speriamo di poterci confrontare seriamente perché da questo dipende il futuro della nostra comunità.

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