Dellai e la lista popolare con Casini
Al dibattito con Pacher e Pinter sferza Rossi: «Le campagne acquisti non bastano»
TRENTO. Una lista di ispirazione civica e popolare, alleata con il Pd. È il progetto a cui lavora l’ex governatore, oggi presidente di Democrazia Solidale, Lorenzo Dellai. «L’iniziativa – ha spiegato ieri in una nota - è rivolta da un lato ad alcuni esponenti politici oggi in parlamento – tra gli altri Beatrice Lorenzin, Gianpiero D’Alia, Giuseppe De Mita, Bruno Tabacci, Pino Pisicchio – e dall’altro a tutte le persone, i movimenti e le esperienze civiche che possono portare un contributo in un questo passaggio certo difficile, ma che nel contempo hanno voglia di immaginare un percorso nuovo». E dunque «una lista che si richiami esplicitamene al popolarismo in una coalizione con il Pd non è un favore a questo partito - insiste Dellai - ma serve al Paese. Una lista che voglia non solo eleggere un gruppo di parlamentari, ma si proponga un progetto di lungo periodo, valorizzando sopratutto le tante esperienze civiche e territoriali che si collocano oggi ad di fuori dei partiti. E che abbia un nome non insipido ed equivoco (come “moderati”); una leadership collettiva; un “capo politico”, come richiesto dalla legge elettorale, capace di mobilitare energie e pensiero al di fuori del Palazzo».
Di politica e di futuro dell’autonomia Dellai ha discusso lunedì sera a Villa Lagarina, in un dibattito con Alberto Pacher e Roberto Pinter, introdotto dai capigruppo di Pd e Upt Manica e Passamani. L’incontro «degli ex», come è stato ribatezzato, e che ha fatto storcere il naso a chi nel Pd non ama Pacher e Dellai. «Questo incontro è stato descritto come un raduno di 'gufi' disfattisti, ma tranquilli va tutto bene, la Provincia funziona, il popolo è contento», ha commentato sarcastico Dellai. Che riferendosi al recente passaggio di Walter Viola al Patt ha aggiunto: «Non condivido la sicumera del presidente Rossi perché non sono sufficienti le campagne acquisti, serve l'umiltà di un pensiero nuovo».