Dellai bombardato di mail su Jurka

Decine di interventi degli animalisti: «Dovete rilasciarla subito». Il presidente ha risposto a tutti: «Presto troveremo una sistemazione migliore. In Slovenia l’avrebbero uccisa»



TRENTO. Decine di lettere inviate per posta elettronica ai giornali e al presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai per chiedere la liberazione di Jurka. O almeno il suo trasferimento in un recinto più grande. Le prime sono arrivate nella notte fra martedì e mercoledì e poi via via per tutto il giorno. A spedirle sono stati animalisti di tutta Italia - qualcuno ha raccolto anche più firme - iscritti ad una mailing list dedicata alla tutela degli animali che hanno aderito all’iniziativa spontanea di “bombardare” di messaggi il presidente Dellai.

Un risultato lo hanno ottenuto perché in serata Dellai ha risposto a tutti così: «Egregi Signori, ho letto le Vostre e-mail sull’orsa Jurka e non posso che condividere lo spirito di rispetto per gli animali che si coglie nei vari messaggi. Proprio questo stesso spirito ha sempre animato la Provincia autonoma di Trento che sicuramente può essere un esempio, pur con gli inevitabili errori che anche noi commettiamo, per quanto riguarda il rapporto fra uomo e contesto naturale. Proprio in ragione di questo spirito la Provincia autonoma di Trento è stata disponibile, qualche anno fa, a sperimentare un progetto europeo molto avanzato che prevede, appunto, la reintroduzione dell’orso nel territorio alpino. (...) Garantisco che non è stato e non è assolutamente facile. Un conto infatti è parlare degli orsi in libertà standosene nelle proprie abitazioni urbane, un altro conto è dover fare quotidianamente i conti con la presenza di un orso nei paraggi della propria abitazione o del proprio luogo di lavoro in montagna. (...) Nel protocollo iniziale del progetto si prevede che, qualora un esemplare dovesse avere comportamenti ritenuti anomali e potenzialmente pericolosi, la pubblica amministrazione può adottare una serie di misure (tutte adottate negli ultimi due anni) fino a quella estrema di cattura e ricovero in area protetta.

Così è avvenuto per l’orsa Jurka che oggi è ospitata in un recinto di circa 1.500 metri quadrati: sappiamo benissimo che non è la soluzione ottimale e quindi stiamo già pensando alle possibili future soluzioni. Dispiace anche a noi che l’orsa Jurka non sia più libera ma, pur con tutta la dedizione al progetto di reintroduzione dell’orso e pur con tutto il dovuto rispetto per i diritti di questi animali, abbiamo dovuto in questo caso adottare una misura a tutela dei nostri cittadini. Non sarebbe stato serio riportarla in Slovenia, ma è bene soprattutto che si sappia che là sarebbe stata uccisa. Io penso che in Trentino si siano ascoltate le ragioni del cuore, nel rispetto di un progetto europeo di alto valore scientifico e senza far correre inutili pericoli alla popolazione. Grazie per la passione e l’attenzione con cui seguite il nostro importante progetto».













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