Delitto del Mar Rosso, dolore e mistero nell'addio a Susy

Una folla al funerale di Susanne Kessler, morta a Sharm el Sheik. La comunità di Fondo ha partecipato in silenzio. Don Anzelini: una tragedia «inspiegabile e inspiegata»


Giacomo Eccher


FONDO. Con un lungo silenzioso corteo dalla chiesa al cimitero sul colle di Santa Lucia, si è concluso ieri il viaggio terreno di Susanne Kessler, la 42enne di Fondo morta in circostanze ancora avvolte nel mistero nelle acque di uno dei paradisi delle vacanze, Sharm el Sheik.
La bara bianca è stata salutata in chiesa da una lunga fila di paesani, amici, conoscenti, una presenza numerosa e forse inattesa che ha confortato la madre Sieglinde e il fratello Alessandro, ammutoliti dal dolore e da settimane di strazianti dubbi e speranze.
«Oggi, martedì santo, per certi versi anche per loro termina un calvario di ombre e incertezze. Ora possono piangere la loro cara Susy e tutti insieme possiamo parlare di speranza di resurrezione per la Pasqua che è vicina», ha esordito il parroco don Stefano Anzelini introducendo il rito. Nell'omelia, il celebrante ha parlato di morte «inspiegabile e inspiegata», un'incertezza che ha acuito ancora di più il dolore di una lontananza che adesso è per sempre, dello strappo alla vita di una persona giovane e cara. Don Anzelini ha quindi ricordato l'altro grave lutto che ha colpito anni fa la famiglia Kessler: la morte del fratello di Susanne, Alan, anche lui in giovane età, un dolore che può trovare conforto solo nella fede e nella speranza di un aldilà felice dove ci sarà il ricongiungimento. La comunità di Fondo (ma c'erano anche tanti parenti arrivati da Proves, il paese dell'alta valle di Non tedesca da cui proviene la famiglia Kessler) ha partecipato in silenzio alla cerimonia e al corteo, ma, prima di lasciare la chiesa, Susy (chiamata così anche dal celebrante) è stata salutata da un'amica a nome delle coetanee e delle amiche d'infanzia e della giovinezza: «Ci mancherà la risata unica e inimitabile con cui accompagnavi il racconto dei tuoi viaggi, della scoperta e conoscenza di altri popoli, di altre realtà. Ora c'è solo silenzio per rispetto al dolore dei tuoi cari, ma anche del nostro dolore di non poterti più ascoltare quando tornavi a casa. Ma c'è anche una domanda che da settimane tormenta i tuoi cari e anche noi: perché?»
All'uscita dalla chiesa, la bara bianca coperta di fiori dai colori tenui come la primavera appena sbocciata è partita dietro il celebrante verso il cimitero. (g.e.)

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