Daldoss, è già dietrofront: «Non farò una lista civica»

L’assessore si affretta a chiarire con gli alleati (via sms) il senso del suo progetto, ma al momento resta solo. Freddezza sia in maggioranza che tra i civici


di Chiara Bert


TRENTO. «Non ho detto che voglio fare una lista civica». Di fronte al’altolà dei partiti di maggioranza, Carlo Daldoss è già costretto a una mini–marcia indietro riguardo al suo progetto di nuovo soggetto civico, da lui rilanciato domenica in un intervento sulla stampa. Visti certi silenzi e certe reazioni irritate, l’assessore provinciale si è subito preoccupato di disinnescare la miccia, con un sms inviato il giorno stesso ai segretari della coalizione: un messaggino per chiarire che il senso della sua iniziativa è quello di dare voce a una parte di società che oggi appare lontana dai partiti, «un civismo da valorizzare nell'alveo dei partiti». «Ma se non troviamo modo di parlare a questi mondi - ha avvertito Daldoss - lo spazio sarà occupato da altri».

È la seconda volta in quattro mesi che il tecnico - chiamato nel 2013 in giunta da Ugo Rossi - si ritrova a dover chiarire, precisare, in parte rettificare quanto detto solo il giorno prima. A novembre le sue parole sull’«inadeguatezza dei partiti», affidate anche in quel caso ad un testo scritto inviato alla stampa, avevano fatto infuriare Pd e Upt. Quattro mesi dopo, il suo nuovo appello a costruire «un luogo diverso da quello istituzionale dei partiti, trasversale, libero da condizionamenti di appartenenza» (una lista civica a supporto della coalizione, così l’hanno intesa tutti, ndr), incassa di nuovo bocciature e freddezza da parte di Pd, Upt e questa volta anche dal segretario del Patt Franco Panizza.

Tanto che ieri a prendere le parti dell’assessore è rimasto solo Ugo Rossi (vedi articolo a lato). In maggioranza tutti i segretari si sono affrettati a dire che non ci sono spazi per una lista civica nel centrosinistra. Il segretario Upt Tiziano Mellarini, che tempo fa aveva avvertito “Se Daldoss vuole proporre qualcosa, dovrà dirlo in maggioranza e sarà la maggioranza a rispondergli”, si è spinto oltre e ha detto che Daldoss è già in ritardo (Trentino di ieri): «Alle stesse conclusioni di Daldoss l’Upt ci è già arrivata, lavoriamo a un nuovo soggetto politico». E ha indicato una scadenza, giugno, per dargli nome e configurazione.

A un anno e mezzo dalle elezioni provinciali, ciascuno marca il proprio terreno. Ed è evidente a tutti che sono Patt e Upt i più esposti alla concorrenza di un’eventuale «lista Daldoss», che pescherebbe sì anche tra gli amministratori e i mondi civici - con cui l’assessore ha intessuto un solido rapporto personale - ma anche tra gli elettori dei due partiti alleati. Non è un mistero che dentro il Patt ci sia molta freddezza rispetto al fatto che Daldoss, che è stato chiamato in giunta in quota «autonomista», ora punti a una sua lista personale. L’assessore, nei suoi colloqui privati, continua a rassicurare: «Lavoro sul territorio per la coalizione, i partiti non bastano più». Ma proprio il fatto di rimarcare che per lui l’alveo rimane l’attuale centrosinistra, ha allontanato i sindaci civici come Valduga e Oss Emer, interlocutori naturali del progetto Daldoss. Che ieri infatti, cercati, hanno evitato di commentare.

Tra gli uomini più vicini all’assessore c’è il presidente del Consiglio delle autonomie Paride Gianmoena, sindaco di Varena. Ma anche ex Udc (partito con cui Daldoss si candidò nel 2008, ma la lista venne esclusa per problemi di firme) come Ivo Tarolli e Marcello Carli, e un ex civica come l’ex segretaria Upt Donatella Conzatti. Ma la strada per una lista civica nel centrosinistra appare tutta in salita.

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