Dal governo schiaffo alle autonomie

La Ragioneria boccia gli emendamenti. La rabbia di Dellai. Tentativo in extremis su una norma di salvaguardia «soft»


di Chiara Bert


TRENTO. Il parere negativo della Ragioneria dello Stato affossa le speranze delle Province di Trento e Bolzano di vedere accolta la clausola di salvaguardia nel decreto ed essere così messe al riparo dagli effetti della spending review di Monti. La battaglia è proseguita per tutto il giorno ieri, dentro e fuori la commissione bilancio del Senato, in un ultimo tentativo di mediazione delle autonomie speciali del Nord con il governo su una norma riformulata che potesse superare le forche caudine della commissione. I lavori sono proseguiti nella note e solo stamattina si saprà se i relatori avranno accolto la proposta di Trento e Bolzano.

Quella di ieri è stata una giornata convulsa in parlamento. Cominciata tutto sommato bene alla Camera, dove si votava la fiducia al decreto sviluppo, con l’attacco alle competenze di Trento e Bolzano in materia di concessioni idroelettriche. Il governo alla fine ha accolto, riformulandoli, gli ordini del giorno presentati da Froner e Gnecchi (Pd) e da Brugger e Zeller (Svp) (un altro analogo era stato presentato dal leghista Fugatti), impegnandosi a «valutare l’opportunità di tenere conto delle competenze in materia delle Province autonome». «Resta la forte contrarietà al testo approvato - commenta a sera Lorenzo Dellai - l’ordine del giorno attenua in parte la preoccupazione».

Tutt’altro è lo scenario al Senato, dove si battaglia sul decreto della spending review che oggi andrà in aula per la fiducia. È passato da poco mezzogiorno quando Lorenzo Dellai sforna una nota che preannuncia tempesta: «Al di là dell’esito degli emendamenti, il progressivo deterioramento del rapporto tra lo Stato e le Province autonome sia sul terreno finanziario sia su quello degli ordinamenti, impone risposte ed iniziative eccezionali, così come eccezionale è la sistematica violazione del nostro Statuto». Il finale è di chi è pronto a indossare l’elmetto: «Dobbiamo essere forti e uniti con Bolzano e pronti a fronteggiare qualsiasi scenario scaturisca dal probabile e temuto aggravamento del quadro generale». La doccia fredda arriva in mattinata dalla Ragioneria generale dello Stato, che boccia le richieste delle Speciali in quanto «potrebbero generare nuova spesa». Il parere negativo costringe i promotori a riformulare il testo alla ricerca di una difficile intesa con il governo: gli emendamenti vengono riuniti in un emendamento omnicomprensivo che richiama gli Statuti di autonomia: si limano le parole, si lavora ad una formulazione per mantenere una clausola che salvaguardi le prerogative di Regioni e Province autonome e tenga conto di quanto hanno già dato sul piano finanziario. «Non risolverebbe i nostri problemi - mette le mani avanti Dellai - ma per noi sarebbe importante come punto di riferimento nelle trattative successive». A palazzo Madama ci sono i governatori Dellai, Durnwalder e il presidente del Friuli Renzo Tondo. I senatori Giorgio Tonini, Claudio Molinari e Oskar Peterlini si alternano a «presidiare» il terreno. Dellai si dice «preoccupato e desolato»: «Non voglio fare previsioni. Quello che potevamo fare l’abbiamo fatto ad ogni livello». La clausola per mettere al riparo Trento e Bolzano dai tagli del governo è nelle mani dei due relatori e del presidente della commissione bilancio, riuniti in conclave con il ministro Giarda. Che le speranze siano ridotte al lumicino lo dice anche la reazione dell’onorevole Luisa Gnecchi (Pd): «O i tecnici cambiano registro o sono pronta a votare contro i decreti».













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