Da Trentinosolidale 435.000 pasti per i poveri

Nel 2012 sono aumentati del 30%: la onlus raccoglie i cibi in scadenza e li distribuisce in una decina di punti in tutto il territorio provinciale


di Paolo Piffer


TRENTO. Lo scorso anno Trentinosolidale ha distribuito gratuitamente prodotti alimentari freschi per un equivalente di 435mila pasti, quasi 1200 al giorno, 145mila in più rispetto al 2011. Da un anno all’altro una crescita esponenziale di oltre il 30%.

Il fenomeno della povertà, di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, ma neanche ad entrare regolarmente in un supermercato, è racchiuso in tre numeri ed una percentuale. E come conferma Giorgio Casagranda, vicepresidente dell’organizzazione di volontariato, “sono sempre di più le famiglie italiane che si rivolgono a noi, non solo gli stranieri”. Perché la crisi morde ancora, il lavoro latita e il volontariato è chiamato a fare gli straordinari, “radicandosi ancora di più sul territorio”, riflette il vicepresidente. Una mano decisiva per sopperire all’emergenza l’ha data senz’altro la legge numero 155 del 2003 che disciplina la distribuzione di prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale, mutuata dagli Stati Uniti. La cosiddetta legge del buon Samaritano. Tentinosolidale stipula accordi con supermarket, negozi di alimentari, panifici, ritirando cibo in scadenza che non può più essere messo in vendita, ma perfettamente commestibile. E lo consegna a chi si presenta nei suoi punti di distribuzione. Solo a Trento sono una decina, l’ultimo è stato aperto di recente ai Solteri (nell’ex sede degli alpini, vicino all’Unione commercio e turismo) ed è aperto il giovedì pomeriggio. Un altro verrà istituito, a breve, a Spini di Gardolo. Altri sono presenti in Bassa Valsugana, Pergine, Borgo, Lavis, Aldeno e Rovereto. Così facendo, gli esercizi commerciali, oltre a servire una buona causa, risparmiano sui costi di smaltimento.

E il volontariato, per rispondere alla domanda crescente, è alla continua ricerca di nuovi “donatori”. Da marzo Trentinosolidale raccoglierà cibo fresco - frutta, verdura, yogurt, formaggi, salumi, succhi, bibite, carne, pizzette, dolci, merendine, ad esempio - anche in Rendena e nelle Giudicarie, da Pinzolo a Storo. In tutta la provincia, ma pure in Bassa Atesina, Bolzano e Merano, sono 113 i punti vendita che regalano il cibo all’associazione. I furgoni di Trentinosolidale ritirano, portano il carico nel magazzino centrale di viale Bolognini, lungo il Fersina, dove è controllato, e poi ripartono alla volta dei punti di distribuzione ma servono anche Bonomelli, diverse mense, organizzazioni caritative e sociali, “Il Sentiero” di via dei Giardini, il dormitorio del “Briamasco” durante l’inverno. Non manca il porta a porta.

Un altro esempio di quanto il lavoro dell’ottantina di volontari (54mila ore in un anno) sia aumentato - “oltre ai tanti pensionati che danno una mano stanno crescendo i giovani, ed è un bel segno”, afferma Casagranda - è dato da un ulteriore paio di numeri. Nel 2010 Trentinosolidale aveva a disposizione un furgone e distribuiva un quintale di cibo al giorno. Adesso i mezzi sono 9 (acquistati con i contributi di Bim, Provincia e privati), hanno percorso 185mila chilometri nel 2012 e le tonnellate di cibo consegnate in un anno sono “esplose” a 838, pari a 27 quintali al giorno, calcolando che i volontari operano 6 giorni su 7. Nel giro di un triennio un aumento da capogiro. E i numeri, insieme alle difficoltà della popolazione, sono destinati ad aumentare.

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