Da destra a sinistra, sono tutti con Zaky

Trento. Patrick George Zaky, il ricercatore egiziano (lavora presso l’università Alma Mater di Bologna) agli arresti nel paese d’origine, è riuscito a mettere tutte le forze politiche d’accordo. Ieri,...



Trento. Patrick George Zaky, il ricercatore egiziano (lavora presso l’università Alma Mater di Bologna) agli arresti nel paese d’origine, è riuscito a mettere tutte le forze politiche d’accordo. Ieri, infatti, Ugo Rossi (Patt), Filippo Degasperi (Onda Civica), Pietro De Godenz (Upt), Paolo Ghezzi (Futura), Giorgio Tonini (Pd), Luca Guglielmi (Fassa), Mara Dalzocchio (Lega) e Vanessa Masè (La Civica), ovvero tutti i capigruppo in consiglio provinciale, hanno depositato una mozione congiunta chiedendo di attivarsi presso il governo egiziano affinché Zaky venga rilasciato al più presto. La mozione chiede inoltre «che venga messa in campo ogni azione utile, in tal senso, per sensibilizzare l’opinione pubblica».

Zaky è stato fermato dalle autorità egiziane al rientro dall’Italia e proprio a pochi giorni dall’anniversario della morte di Giulio Regeni, con una serie di accuse che vanno dall’istigazione alla protesta alla gestione di un account di social media che avrebbe lo scopo di minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica. Secondo Amnesty International e i genitori, il ricercatore sarebbe stato sottoposto a interminabili interrogatori e torture, in violazione dei più elementari diritti umani. Da qui la mobilitazione che sta interessando tutta Italia. Ieri alle 18 in piazza D’Arogno si è tenuto il presidio organizzato da Udu, Arcigay e Amnesty International (con l’adesione dell’Anpi) per chiedere la liberazione di Zaky. «Non può diventare un altro caso Regeni» ha detto Paola Paccani dell’Udu. Presente anche il candidato sindaco del Centrosinistra Franco Ianeselli: «L’Italia faccia tutto quanto in suo potere per far rispettare i diritti umani e la libertà di ricerca».













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