Cup muto per giorni, cittadini furiosi
Nel mirino degli utenti il Centro prenotazioni dell’Azienda sanitaria. Civettini a Rossi: «Tempi di attesa inaccettabili»
TRENTO. Di call center in call center l'intesa aumenta. E diminuiscono i tempi di attesa. Così nei giorni scorsi i cittadini trentini hanno potuto saggiare la prontezza del Cup, il centro unico di prenotazione telefonica dell'azienda sanitaria per visite ed esami medici. Minuti che diventano ore, comunicazioni interrotte sul più bello, quando la «priorità acquisita» stava per diventare un contatto vero. E, invece, niente da fare. C'è chi racconta (oltre il danno la beffa) che la voce registrata, anch'essa sconvolta evidentemente dalla lunga attesa, invitava, di fatto, a desistere con la possibilità da parte dell'utente di essere ricontattato al più presto: dopo circa due giorni lavorativi! Problemi vecchi, quelli con i call center, tra musichette imbarazzanti, improbabili numeri da premere e dialoghi con nessuno. Il caso del Cup trentino è arrivato anche tra le mani dell'assessore alla salute Ugo Rossi e del suo presidente Pacher (prima che si «invertano» i ruoli, si augura certo il primo). Oggetto un'interrogazione provinciale firmata dal consigliere della Lega Claudio Civettini. Tralasciando le personali dispute politiche ed elettorali, Civettini scrive che «si rileva che le attese per avere risposte al Centro Unico di Prenotazione provinciale (Cup), sono spesso folli e inaccettabili. Per tre giorni consecutivi – prosegue - l’accesso è sembrato assolutamente impossibile, se è vero com’è vero, che, per i primi due la pazienza è terminata dopo ben mezz’ora di attesa e, al terzo, si è avuta risposta dopo abbondanti 20 minuti d’attesa. Vero che, furbescamente ogni quasi 5 minuti, la voce registrata indica, alla pazienza del paziente, la possibilità di essere richiamato entro due giorni». Aspetta e spera, insomma. Civettini chiude, poi, la sua interrogazione con alcune domande precise: «Com’è organizzato il servizio call center che risponde al numero verde del Cup provinciale, chi lo dirige, quanti gli addetti e come si svolge materialmente la selezione delle telefonate in entrata? Quante sono in media le telefonate in entrata e come, per ogni fascia oraria si organizza la presenza degli operatori? Come mai si possono rilevare ritardi così pesanti alle risposte delle chiamate in entrata e, per i rilevamenti fatti (se ce ne sono!), qual è la media di risposta?». Questioni legittime. In attesa di risposte dettagliate, sappiamo che la gestione del Cup è in mano alla GPI S.p.a., azienda con sede legale a Trento, che si è aggiudicata di recente il nuovo appalto dell'Apss, riconfermandosi in vetta nel mercato sanità e sociale trentino. L'affare era stato anche al centro di polemiche su presunte irregolarità ma, dopo un anno di battaglie legali, lo scorso luglio, la GPI ha potuto cantare vittoria. Servizio, efficienza e gestione del Cup dipendono dunque dalla GPI stessa. L'azienda sanitaria, dal canto suo, conferma di aver ricevuto alcune lamentele in proposito e di aver invitato la GPI a potenziare il personale addetto alle prenotazioni telefoniche. Di call center in call center, prima o poi, arriverà la soluzione ideale. E una voce, finalmente, risponderà.
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