Cta, il consorzio trentino col direttore in Sardegna
Mauro Merlo vive sull’isola e torna solo 10 giorni al mese. Laner: «Ma fa bene il suo lavoro. Bus fuori norma? Non possiamo punire i nostri soci»
TRENTO. «Il mezzo che è stato sospeso dalla Motorizzazione civile, a giugno, non circola più. Taxibus non l’ha più utilizzato e a noi questo basta. Il Consorzio non può premiare o punire un consorziato a seconda del suo comportamento».
Non sono previsti, dunque, meccanismi di incentivo a fare meglio o, all'opposto, politiche di disincentivo a fare peggio, all'interno del Cta. Per il presidente del Consorzio trentino autonoleggiatori, Lorenzo Laner, infatti «se il mezzo passa la revisione è in regola, se non la passa non circola, e la responsabilità è tutta in capo all'autonoleggiatore». Se una ditta come la Taxibus, quindi, viene colta con un mezzo nello stato dell'Iveco Otayol, poi sospeso, che faceva la tratta di servizio pubblico Trento-Terlago (si veda il Trentino degli scorsi giorni), con un cambio truccato, freni a rischio rottura, che perdeva olio idraulico ed era senza una cintura di sicurezza, nessuna domanda le sarà posta dal Consorzio. E anche se ci fossero casi di mancato pagamento di dipendenti o di sfruttamento dei lavoratori, oppure il proprietario della ditta avesse un parco mezzi obsoleto, ebbene lavorerebbe tanto quanto un irreprensibile consorziato. E gli verrebbero affidati comunque anche incarichi di pubblico servizio. Il Cta, infatti, riceve annualmente dalla Provincia 15 milioni e 850 mila euro per gestire il trasporto alunni e 3 milioni e 560 mila euro per il servizio pubblico di linea. «Del nostro consorzio fanno parte 132 aziende per un totale di circa 600 veicoli – spiega Laner – e può capitare che ci sia qualche caso di scorrettezza. Ma noi non possiamo dare voti alle ditte. Restiamo comunque una realtà in crescita, di grande valore, ben radicata sul territorio». Radicata nonostante il direttore del Consorzio, Mauro Merlo, viva ben lontano dal Trentino: «Merlo ha la residenza in Sardegna – conferma il presidente del Cta – e abita lì, ma riesce lo stesso ad essere presente 10 giorni al mese sul territorio ed è sempre in contatto con i nostri uffici».
Dubbi, infine, ruotano attorno alla composizione del consiglio d’amministrazione del Consorzio. Stando a delibere e ad atti pubblici, come il giornalino dello stesso Cta, infatti, nel 2010 sarebbero stati in carica solo 6 consiglieri, quando da statuto era previsto il numero, anche più logico perché dispari di 7 membri. Atti e delibere, dunque, per oltre un anno, sarebbero state approvate da un numero, non conforme a statuto, di consiglieri. «Il cda ha sempre operato nella piena legalità – glissa al riguardo Laner - e non ci sono mai stati problemi di numeri o di membri mancanti».