«Crisi, adesso tocca alle imprese»
Ieri il vertice con imprenditori e sindacati, ma Monari (Uil) striglia le categorie troppo dipendenti dalla Provincia
TRENTO. I dati sulla disoccupazione del primo trimestre hanno fatto suonare forte il campanello d’allarme. E i sindacati hanno chiesto subito un vertice per discutere sui possibili interventi di riparazione. Ieri al tavolo si sono trovati la Provincia, i sindacati appunto, e le categorie. Un primo incontro a cui ne seguiranno altri, magari più specifici, perché ieri di fatto si è provato a dare una lettura a quel 6,9 per cento che per il Trentino è un tasso di disoccupazione stratosferico, quasi il doppio di quello dell’Alto Adige. Dellai ha provato a mettere nella giusta ottica quel numero spaventoso, di due punti più alto rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. «Sono dati da non drammatizzare - ha detto il presidente - ma comunque da tenere nella giusta considerazione». Perché, vedendo i numeri disaggregati, è uscita una fotografia che mostra addirittura un leggero aumento (+0,6%) dei dipendenti, mentre il vero problema è quello degli autonomi. La sofferenza maggiore è in quel comparto, mentre il presidente degli artigiani De Laurentis assicura che la sua categoria sta reggendo all’impatto della crisi. «In effetti - spiega ancora il presidente - il tessuto produttivo trentino non ha palesato alcun cedimento strutturale. Certo che ora dopo la fase difensiva bisogna passare all’attacco».
Dal tavolo di ieri non è uscita una ricetta vincente, ma non era nemmeno attesa. Il giro di pareri serviva più che altro a stimolare le proposte e le idee su come poter mettere in campo strumenti adeguati alla situazione. Ma non è il tempo di stupire con effetti straordinari. Si farà tesoro di quanto già fatto fino adesso, proseguendo con una taratura diversa sui problemi più imminenti. L’intenzione dunque pare quella di concentrare l’attenzione sulla formazione dedicata agli espulsi dal mondo del lavoro. Anche alla luce di quanto emerso nei giorni scorsi, in parte anche durante il Festiva dell’economia, i riflettori saranno puntati sull’Agenzia del lavoro alla quale verrà richiesto uno sforzo diverso da quanto fatto fino ad ora, e cioè una maggiore attenzione ai corsi formativi.
«Abbiamo fatto notare - dice Franco Ianeselli della Cgil - il divario con l’Alto Adige e l’assimilazione ai dati del Veneto. La cosa è preoccupante ed è necessario intervenire subito con provvedimenti contingenti come la cassa in deroga e il recupero degli esodati, ma poi con quelli a medio periodo».
«I provvedimenti? Puntiamo - dice Dellai - su alcuni strumenti che hanno dato buoni risultati, tipo l’apprendistato, mentre dovremmo accentuare la personalizzazione degli interventi su chi è in cerca di lavoro. E poi ovviamente dobbiamo puntare sulla creazione di nuovi posti di lavoro, ma mi aspetto che le proposte escano da questo e da altri tavoli».
Ma pare che un impegno preciso da parte degli imprenditori non sia arrivato, almeno stando alla profonda delusione di Ermanno Monari della Uil. «Sì, sono molto deluso, perché qui il problema è la mancanza di posti di lavoro, ma gli imprenditori stanno aspettando che intervenga la Provincia. Che, però, il suo l’ha fatto: ora tocca alle aziende. Non si è parlato, concretamente, degli strumenti per intervenire, ad esempio, sul problema delle aziende edili che sono troppo piccole e non strutturate per competere sul mercato. Il nuovo ospedale chi lo farà? Mi auguro che ci siano le nostre imprese, ma ho paura che non sarà così. Gli imprenditori devono cominciare a fare rete».
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