Crac Aeroterminal: Arrigo Polettiresta ancora in carcere
Arrigo Poletti resta in carcere. Troppo alto il pericolo di fuga per accogliere la richiesta di scarcerazione della difesa. L’imprenditore noneso, accusato di bancarotta fraudolenta per il crac Aeroterminal, è detenuto a Trento da 10 mesi
TRENTO. Arrigo Poletti resta in carcere. Troppo alto il pericolo di fuga per accogliere la richiesta di scarcerazione della difesa. L’imprenditore noneso, accusato di bancarotta fraudolenta per il crac Aeroterminal, è detenuto a Trento da 10 mesi, quasi un record per una misura cautelare.
Il pericolo di fuga era stato il motivo per il quale Arrigo Poletti, il 12 settembre 2009, era stato fermato dalla Guardia di Finanza di Trento, su ordine della Procura. L’imprenditore, ex presidente del Venezia Calcio, era rientrato qualche giorno prima in Trentino dal Brasile, dove si era “ritirato” subito dopo il fallimento della società a causa dei troppi debiti (gli vengono contestati sette episodi di distrazione dal patrimonio di Aeroterminal per un totale di circa 49,55 milioni di euro).
Il gip Marco La Ganga aveva confermato il fermo per il «considerevole pericolo di fuga», anche perché, a quanto pare, Poletti era già in possesso del biglietto per il ritorno in Brasile e la valigia pronta.
Da quel giorno il maggiore dei due fratelli è detenuto in via Pilati, a Trento. Ugo Poletti, il più giovane dei due, anche lui accusato di bancarotta fraudolenta per il crac Aeroterminal, è invece in libertà. Nel marzo scorso, dopo sei mesi passati ai domiciliari nella villa con piscina a Martignano, gli sono stati revocati gli arresti.
Le posizioni dei due fratelli alla sbarra sono dunque diverse. Com’è emerso anche durante la seconda udienza del processo quando un testimone, l’avvocato Giuseppe Nordio, ha sottolineato come «tutte le trattative per la cessione dei terreni le aveva portate avanti Arrigo. Lui era sempre presente, mentre Ugo si è presentato solo qualche volta e anche in quei rari casi se ne stava in disparte, silenzioso». Proprio al termine di quell’udienza, mercoledì scorso, l’avvocato difensore di Arrigo Poletti, Renzo Fogliata, aveva chiesto la scarcerazione del suo assistito. Il pubblico ministero, Pasquale Profiti, aveva immediatamente espresso parere negativo.
Nei giorni scorsi si è riunito il collegio giudicante, composto da Guglielmo Avolio, Enrico Borrelli e Arianna Busato, che ha respinto la richiesta della difesa. Non si tratta di una sorpresa, anche se i termini della custodia cautelare sono particolarmente lunghi. Già due mesi fa, infatti, era stata rigettata la stessa richiesta.
Con tutta probabilità i giudici hanno ritenuto che vi sia ancora il pericolo che Arrigo Poletti possa fuggire alla giustizia italiana (cercando rifugio all’estero) oppure inquinare in qualche modo le prove a suo carico. Insomma, niente estate ai domiciliari per l’imprenditore trentino, magari come sognava nella sua bella villa in vicolo della Cervara, dove nel settembre 2009, subito dopo l’arresto, gli furono sequestrati 57 quadri di valore (tra i quali Schifano, Boetti, Carrà, Soldati, Legier), 14 sculture, 10 orologi griffatissimi (Cartier, Panerai, Rolex) e 14 strumenti musicali.
La sua estate sarà ancora in via Pilati. In attesa di ottobre, quando riprenderanno le udienze del processo e potrebbe arrivare la sentenza entro la fine di quel mese.
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