Costituzione, garanzia delle istituzioni 

Il monito del sindaco Andreatta e del governatore Rossi a chi agita la folla: «Il confronto rispetti le regole della democrazia»


di Sandra Mattei


TRENTO. Sul palco delle autorità, fa un certo effetto vedere i deputati che fino a qualche giorno prima avevano chiamato a raccolta il popolo contro l’establishment, convinti che il presidente Mattarella si opponesse al governo del cambiamento, proprio nel giorno della Festa della Repubblica. Ieri, 2 giugno, per le celebrazioni che ricordano il referendum che nel 1946 sancì la fine della monarchia il rito in piazza Duomo è stato rispettato, con l’esercito e le forze dell’ordine schierate per l’alzabandiera sulla torre Civica, con l’inno di Mameli in sottofondo. Ma i discorsi pronunciati dalle autorità politiche, da quel palco (dove erano schierati il sindaco Andreatta, il governatore Rossi, i presidenti del consiglio comunale e provinciale Coppola e Dorigatti, il commissario del Governo Gioffrè, il questore D’Ambrosio e i deputati Fugatti, de Bertoldi e Testor) sono state tutt’altro che rituali. Sia il sindaco che il presidente della Provincia hanno espresso considerazioni non di circostanza, visto che l’anniversario della nascita della Repubblica è coincisa con una delle fasi politiche più travagliate della storia del nostro Paese.

È stato il sindaco Alessandro Andreatta a ricordare il clima politico conflittuale di questi giorni. Ed ha affermato che «è pericoloso pensare che il mondo sia un campo di battaglia tra élites egoiste e popolo innocente, tra casta privilegiata e cittadini in difficoltà, che ritengono di poter governarsi da sé, senza mediazioni». La storia italiana ci ha insegnato non c’è politica senza i partiti, quando fu proprio il fascismo ad azzerarli, ritenendo che l’identificazione nel Capo fosse sufficiente a interpretare i bisogni della maggioranza. Andreatta ha citato anche Piero Calamandrei, padre costituente, che a proposito della carta costituzionale dichiarò: «È stato detto che la vera Costituzione è la maggioranza: se la maggioranza non vuol rispettare la Costituzione, vuol dire che la Costituzione non c'è più. Ma proprio per non sentir ripetere questo discorso, che era di moda sotto il fascismo, la Costituzione aveva predisposto al disopra della maggioranza organi indipendenti di garanzia costituzionale, destinati a proteggere la Costituzione contro la stessa maggioranza». Dal pubblico si è alzato anche qualche “bravo”, a ribadire che non si devono mai dare per scontato i valori di libertà e di rispetto per le minoranze su cui si regge la democrazia. Anche il governatore Rossi ha fatto riferimento alla situazione nazionale ed auspicato di smorzare i toni, perché «il confronto politico per quanto aspro, non dovrebbe mai arrivare a mettere in discussione le istituzioni democratiche». Ed ha ricordato che la Costituzione nacque proprio dal confronto di uomini a tradizioni culturali molto differenti: «Cattolici, comunisti, socialisti e liberali, ma nonostante ciò trovarono punti di accordo comuni per il bene ed il progresso dell'intera Nazione». Il commissario del Governo Pasquale Gioffrè ha posto l’accento soprattutto sulla recente adunata nazionale degli alpini, elogiando la capacità di tanti uomini impegnati nella tutela lede istituzioni e di tanti volontari che si prodigano per gli altri. In piazza, con il solleone che picchia inesorabile, si radunano i partigiani sotto i simboli dell’Anpi, amministratori (curiosa la delegazione di Brentonico, che mostra la bandiera della Repubblica Cispadana, la prima apparsa nel 1797 e donata dal Comune di Reggio Emilia) e semplici cittadini partecipano alla cerimonia scattando foto dai cellulari.

Una volta scesi dal palco, sono i senatori del centrodestra, Maurizio Fugatti della Lega e Andrea de Bertoldi di FdI, ad essere attorniati dalla stampa. Il senatore di Fratelli d’Italia, alla domanda della loro presenza pochi giorni dopo le critiche al presidente della Repubblica, risponde: «Siamo convinti che Mattarella poteva evitare tre mesi di stallo, dando l’incarico alla maggioranza di centro destra. Ora andremo in piazza per una raccolta firme che chieda l’elezione diretta del presidente». Fugatti annuncia che tra le prime azioni di governo ci sarà la questione terrorismo e sicurezza: «Avremmo preferito un governo di centrodestra, ma ora lavoreremo insieme per attuare il programma. Abbiamo 30 gazebo in Trentino per discuterlo con i cittadini».













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