«Così ho violato la fortezza del Duomo»
Il base jumper Maurizio Di Palma al centro della ribalta mediatica: «Come entrare nella Banca centrale europea»
TRENTO. Una giornata di gloria mediatica, quella di ieri, per Maurizio Di Palma, il base jumper di Dro che giovedì si è lanciato con un paracadute dal Duomo di Milano guadagnando la ribalta mondiale. Rincorso da radio e tv, il 34enne dipendente delle Cartiere del Garda non è sembrato affatto disturbato dalla notorietà, ma ha spiegato che «quando pianifichi queste cose l'intenzione è di arrivare come un fantasma e andarsene come un fantasma. Purtroppo c'erano degli agenti nel posto e nel momento sbagliati per me, ma giusti per loro». Ecco il rovescio della medaglia dell’impresa: ieri il paracadutista estremo è stato indagato per “getto pericoloso di cose”, reato che prevede l’arresto fino a un mese o il pagamento di un’ammenda fino a 206 euro. Ma davanti alle telecamere del Tg3 regionale, Di Palma ha rassicurato tutti sulla filosofia della disciplina che ha praticato in tutto il mondo, lanciandosi per ben 3 mila volte e scegliendo come trampolino 350 tra palazzi, torri e viadotti. «Se ci fosse un minimo rischio per il monumento lascerei stare. L'etica dei base jumper è: lascia solo le impronte».
É bastato avvicinarsi al Duomo di Milano per esserne catalizzato. E lanciarsi dalla Madonnina è diventata l’ennesima sfida vinta. «Nel febbraio dell'anno scorso - ha raccontato - ci sono passato sotto: ho fatto un giro dentro e la prima cosa a cui ho pensato è stata: questa è una banca, una fortezza, sarà impossibile saltare. Ma tre mesi dopo ci sono tornato e sono uscito con una certezza: non è impossibile, è molto difficile ma con un buon lavoro di pianificazione si può fare».
Il base jumper trentino è stato anche intervistato da Linus, su Radio Deejay, durante “Deejay chiama Italia”. «Già ieri mattina (giovedì, ndr) sono tornato al lavoro in orario per timbrare», ha detto. «Anche se ho ricevuto una telefonata che mi ha costretto a prendere due ore di permesso. Da chi? Dalla Questura di Milano. Non era nei miei piani, però è andata così». Questione di esibizionismo? Di Palma dice di no: «Io volevo saltare molto prima e andarmene via come un fantasma. Poi è successo il patatrac perché hanno preso un paio di miei supporter con le telecamerine. La vedo come una mezza vittoria».
L’ingresso della cattedrale è stata la parte più difficile: «Hanno parlato di falle nella sicurezza ma vorrei spezzare una lancia per i ragazzi che lavorano lì: sembra la Banca Centrale Europea. È stata una cosa durissima, che ha richiesto 6 mesi di lavoro. Nel Duomo ci sono stato 12 volte: adesso c'è la campagna “Adotta una guglia”, con tutti i biglietti che ho comprato me la devono regalare....». Poi, la notte passata appollaiato fra le guglie. «Dove mi sono nascosto? Un anfratto delle terrazze, ero coccolato dalla musica degli artisti di strada: è stato bellissimo». La paura sembra un aspetto secondario: «Sono talmente tanti anni che faccio questa attività che c’è soprattutto concentrazione sul gesto atletico. La paura ti viene quando vedi quelle divise là sotto, che non erano programmate». Per diventare base jumper, «si parte da ponti, pareti, antenne, poi si va sull'oggetto più tecnico che è un palazzo». Tutto deve funzionare in maniera perfetta: «Da quote così basse, solo 45 metri, deve esserci un sistema vincolato: tu parti e in automatico si apre la vela. Il tutto dura 8 secondi». Il target è atterrare integri: «Puntavo al bersaglio, ma tra le mie gambe vedevo perfettamente i gargoyle (i canali di gronda spesso a forma di creature mostruose, ndr). Però ero a distanza di sicurezza: dietro di me avevo 10 metri».
Visto il curriculum, da Di Palma c’è da aspettarsi una nuova impresa, molto probabilmente all’estero. Cercando, questa volta, di essere veramente un fantasma.(l.m.)
GUARDA IL VIDEO
DELLA DISCESA DAL DUOMO
WWW.GIORNALETRENTINO.IT