Corte dei Conti sul Not: «Indagini per i ritardi»
Al setaccio le spese e per la mancata realizzazione del nuovo ospedale Aperto l’anno giudiziario 2018: nel mirino anche le consulenze dei Comuni
TRENTO. La Corte dei Conti indaga sul Not, al setaccio l’indebitamento dell’ Azienda Sanitaria di Trento per effetto della mancata realizzazione del nuovo ospedale. Tutto nasce in seguito alle rilevazioni della Sezione del controllo della Corte dei Conti che, nel 2016, aveva esaminato il bilancio dell’ Azienda Sanitaria trentina relativo al 2015. Il bilancio fu approvato ma, in quell’udienza, la Sezione del controllo della Corte dei Conti pose l’accento sull'eccessivo ritardo nella realizzazione del nuovo ospedale, il Not.
Il consigliere sella Sezione, Gianfranco Postal, era stato allora molto chiaro in merito ai ritardi: la prima delibera con la quale la Provincia aveva deciso la realizzazione del nuovo ospedale risaliva al 1998. A distanza di 18 anni, oggi 20, il Not è ancora fermo. Se è vero che le grandi opere comportano molti rischi, fu detto, i rischi vanno però governati. Postal, in quella sede, fece il conto di quanto la Provincia aveva speso fino ad allora: 22,76 milioni per il Not vero e proprio, 93 milioni per gli interventi di implementazione dell'ospedale Santa Chiara. Il costo dei disagi dei pazienti resta una voce di spesa difficile da calcolare. Da qui è partito il lavoro della Corte dei Conti riguardo allo spreco di risorse per la realizzazione del nuovo ospedale.
«Siamo in fase di indagine. Se vi saranno indici che possono far riferimento ad un danno erariale si aprirà l’attività istruttoria». Massima riservatezza sulla questione, da parte dal procuratore regionale Marcovalerio Pozzato ieri a Trento all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti. E’ stato dichiarato: quello della sanità sarà uno dei fronti più caldi delle indagini durante quest’anno, in seno alla voce spreco di risorse pubbliche. Restano aperte le tre vertenze in merito all’elusione del patto di stabilità 2016, al servizio di anticipazione del credito a favore di fornitori della Pat e l’ elusione del patto di stabilità 2015. Il riferimento è alle spese delle controllate della Provincia. Pesante il capitolo delle indagini riguardanti le consulenze esterne, dove spiccano due citazioni in giudizio per l’associazione Trento Rise, in presenza di contemporanei procedimenti penali. Il quadro riguarda l’affidamento di incarichi esterni in presenza di risorse interne. La questione interessa, particolar modo, anche gli enti locali, che avrebbero la tendenza a rivolgersi a professionisti esterni, geometri, periti, architetti, avvocati, quando invece potrebbero avvalersi dei propri. Accuse irricevibili quelle rivolte al libero Foro, ha replicato secco, ieri sera, il presidente dell’ordine degli avvocati di Trento Andrea de Bertolini. «È irricevibile il giudizio secondo il quale dare incarichi (anche consulenze) al libero Foro significhi spreco di denaro. Ciò perché insinua nel cittadino l’idea che in questo territorio fra enti locali e avvocati esista una indebita contiguità contraria all’interesse pubblico. Peraltro, non può sfuggire come, in qualsiasi stato democratico, il diritto di difesa, da sempre, si depositi in una difesa non pubblica, quindi di necessità affidata a un libero professionista. L’autonomia e l’indipendenza in questo senso sono presupposti per una effettiva tutela dei diritti». «Ci sono a volte anche delle voragini dal punto di vista della spesa per consulenze locali, in particolare su enti locali anche sofferenti dal punto di vista economico» ha evidenziato il Procuratore. Tra i dati illustrati, tre citazioni in giudizio per illecito ottenimento di provvidenze pubbliche, sia nel quadro della cooperazione internazionale che per eventi sovvenzionati dalla Provincia. E’ il caso di una associazione privata con finalità di tipo umanitario in Guatemala per progetti mai realizzati. Ma c’è anche il caso di un’illecita percezione dolosa di contributi pubblici indebitamente percepiti per la ristrutturazione di proprietà immobiliare privata. Viaggia su un doppio binario il caso del consorzio di commercianti Welcome Lavis. L’ipotesi accusatoria vede risvolti penali e sotto il profilo della responsabilità amministrativo contabile. Al setaccio della Corte dei Conti l’ indebita percezione di contributi provinciali di un certo rilievo «e la fattispecie - ha sottolineato il Procuratore- potrebbe non essere isolata. L’ordine di grandezza sul contestato, per la Welcome Lavis è di svariate decine di migliaia di euro».