Copisterie condannateper le fotocopie dei libri
Sono accusate di riproduzione illegale di opere dell'ingegno, soprattutto testi universitari e scolastici. A incastrarle una squadra di investigatori privati. Voi cosa ne pensate?
TRENTO. Per la procura della Repubblica sono tutte responsabili della violazione del diritto d’autore. Sono le diciassette copisterie cittadine, raggiunte nei giorni scorsi da un decreto penale di condanna indirizzato ai rispettivi titolari. «Ciascuno paghi 3280 euro di multa» - ordina il gip Marco La Ganga che ha accolto la richiesta del pm. Secondo le accuse, nelle copisterie si sarebbe violata in modo diffuso la normativa sui limiti alle fotocopie di opere librarie protette.
A mettere nei guai i responsabili delle attività commerciali sono stati gli investigatori privati ingaggiati dalla “Aidro”, l’associazione italiana per i diritti di riproduzione delle opere dell’ingegno. Aidro, si legge nel sito internet, ha due principali ambiti di attività: «le azioni di contrasto contro la pirateria libraria e la gestione, per conto degli editori associati, dei diritti di riproduzione in fotocopia dei testi per uso professionale e commerciale».
Dunque, più di un anno fa l’associazione decide di indagare sulle copisterie di Trento (comprese quelle interne alle varie Facoltà) per capire se nell’attività di riproduzione dei libri siano rispettate le norme sui diritti d’autore. E così si affida ad alcuni 007 che si fingono clienti, consegnando alla fine un dettagliato resoconto. Morale: in ogni esercizio sarebbero state riscontrate violazioni. Che vuol dire? In qualche caso sarebbe stato superato il limite del 15% di riproduzione massima di ciascun libro, in altri casi il limite sarebbe stato rispettato con l’omissione, però, del relativo versamento dei diritti alla Siae.
La normativa sui limiti di riproduzione in fotocopia è molto complessa, ma può essere riassunta così: non si può fotocopiare più del 15% di un libro coperto dal diritto d’autore. Questo limite può essere superato qualora il testo non sia più in commercio. Ovviamente i titolari delle copisterie sono tenuti a corrispondere un compenso agli autori dei libri tramite il pagamento di un bollo alla Siae. Stando alla relazione consegnata alla Aidro dagli investigatori privati, nelle diciassette copisterie visitate a Trento sarebbe stato violato sia il limite del 15% che l’obbligo di corresponsione del compenso alla Siae. Va detto che le posizioni tra i vari esercizi commerciali sono molto distinte. In qualche caso vengono riscontrate palesi violazioni, in altri le violazioni sembrano meno evidenti. E’ il caso, ad esempio, delle copisterie interne alle Facoltà universitarie che godono di un particolare regime. In base ad un accordo tra il Crui (la Conferenza italiana dei rettori) e la Siae, infatti, le università versano un forfait alla Siae in base al numero di iscritti. Questo consente alle copisterie interne di non pagare i compensi agli autori. Ecco perché - nell’ambito dell’inchiesta - resta da capire se le contestazioni alle copisterie universitarie hanno tenuto o meno in considerazione l’eccezionalità del loro regime.
Essendo un organismo privato, è chiaro che l’Aidro non ha alcun potere di polizia giudiziaria. E così l’associazione ha consegnato il materiale raccolto dagli 007 alla Guardia di Finanza di Trento che nei mesi scorsi ha approfondito la questione con proprie verifiche. Accertata la bontà della segnalazione, le fiamme gialle hanno trasmesso gli atti alla procura che ha aperto un fascicolo a carico dei 17 titolari con l’accusa di violazione del diritto d’autore. Ora agli esercizi commerciali non resta che decidere: pagare la multa o fare opposizione e affrontare così un processo