Conzatti: «È l’ora di noi quarantenni classe dirigente»

Dopo Giulia Robol nel Pd, un’altra giovane donna segretario «Renzi ci ha dato coraggio, non siamo solo marketing»


di Chiara Bert


TRENTO. Due donne, due quarantenni, due roveretane. Nel giro di tre settimane sono arrivate ai vertici della politica trentina: Giulia Robol segretaria del Pd, Donatella Conzatti eletta domenica a Vezzano alla guida dell’Upt. Segretaria per 14 voti in più di Corrado Buratti. Outsider prima, vincitrice a sorpresa poi: 40 anni, commercialista, mamma di tre bambini, ora è la segretaria di quello che per quasi vent’anni è stato sempre “il partito di Lorenzo Dellai”.

Conzatti, partiamo dai numeri. Hanno votato 361 iscritti su 1500. Una partecipazione molto bassa per un congresso che voleva essere di rilancio e che non aveva un vincitore già scritto, non trova?

Non sono molto stupita, la percentuale di votanti è in linea con i precedenti congressi. Aver organizzato il congresso di domenica pomeriggio, per di più pubblicizzandolo poco, ha sicuramente disincentivato la partecipazione.

E si è data una spiegazione di queste scelte?

Condivido le critiche espresse a Vezzano da Tiziano Mellarini. Sembra quasi sia stata una scelta voluta, qualche criticità nell’organizzazione c’è stata.

Lei ha parlato di un partito che deve saper comunicare. Cosa intende?

La comunicazione viene spesso messa in alternativa al pensiero politico. Invece io li vedo complementari. Forse qualche anno fa la comunicazione non era necessaria, oggi è indispensabile. L’elaborazione dei contenuti dev’esserci, si tratta di renderla interessante. Molti, anche in questa campagna elettorale, si sono lamentati di incontri poco partecipati. Io dico che vanno preparati meglio, sentire un politico che parla magari per 40 minuti di contenitori politici fa venire la glicemia a mille a me, figuriamoci a un simpatizzante.

Le piace Matteo Renzi?

Veniamo dall’inconcludenza di questi anni, quindi mi piace la sua immediatezza e il suo considerare il tempo una variabile non indipendente. Mi piace molto meno il suo parlare in presa diretta alla gente. Mi sembra pericoloso, io sono per valorizzare i corpi intermedi.

Quali saranno le prime iniziative della sua segreteria?

L’agenda è dettata dall’attualità. Il problema dei vitalizi va risolto al più presto. Poi c’è il tema della riforma delle Comunità di valle: entro dicembre la legge va modificata perché si possa votare l’anno prossimo con le nuove regole. E poi ci dedicheremo naturalmente al lavoro e all’economia.

Sui vitalizi lei ha proposto un codice di autoregolamentazione interno. Cosa intende?

Penso a qualcosa che vada nella direzione indicata anche dall’assemblea del Pd. Se vuole tornare ad avere credibilità, la politica deve essere intransigente. Bene un compenso adeguato per un lavoro di responsabilità, ma il politico si paghi i suoi contributi, come avviene per tutti i lavoratori. Ogni cosa diversa è un privilegio.

Buratti ha perso per soli 14 voti. Sarà il presidente dell’Upt come alcuni dirigenti hanno auspicato?

Avendo ottenuto più del 15% delle preferenze, è di diritto nella segreteria. Il parlamentino è libero di eleggere il presidente.

Che tipo di segreteria nominerà?

Ci sarà una segreteria politica composta di 5 nomi, ma voglio nominare anche una segreteria organizzativa e un comitato scientifico di cui faranno parte personalità che non hanno la tessera di partito ma che si sono avvicinate all’Upt, penso a Ilaria Vescovi e a Roberto De Laurentis. Mi piacerebbe che portassero il loro contributo di idee. E poi intendo assegnare delle deleghe specifiche a componenti del parlamentino.

Lei è diventata segretario quasi in contemporanea con Giulia Robol. Una svolta generazionale e di genere?

Se Renzi ha un merito è di aver dato coraggio a una generazione. Non chiamateci giovani, abbiamo le competenze per essere classe dirigente. Quando alla questione femminile, direi che abbiamo dimostrato che lo spazio sappiamo prendercelo, non accettiamo più di essere relegate in disparte.

Lei è favorevole alle quote rosa in politica?

Ci sono ostacoli oggettivi alla presenza delle donne in politica, sono i numeri a dirlo, altrimenti ci sarebbero molte più donne. Una legge che aiuti a riequilibrare la presenza può essere utile.

Avere due giovani donne come lei e Robol ai vertici di due partiti della coalizione cambierà qualcosa nei rapporti?

Renderà tutto più umano e normale. Ci scontreremo naturalmente, è già successo. Ma tutto avrà meno enfasi. E mi lasci dire una piccola cattiveria: i notabili di partito credo abbiano usato i nostri volti nuovi anche come operazione di marketing. Bene, dimostreremo che non siamo solo immagine. Io per carattere sono poco diplomatica e non ho timori reverenziali. L’ho già dimostrato.













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