Contributi, alle imprese 143 milioni

Per la ricerca distribuiti 29 milioni. Ecco cosa cambia con la nuova legge


Chiara Bert


TRENTO. La torta dei contributi che la Provincia ha concesso alle imprese trentine nel 2010 ammonta a 143 milioni di euro, di cui 29 per la ricerca, per un totale di 619 milioni di investimenti mobilitati. Su 2626 aiuti concessi, 1400 sono andati agli artigiani. Incidono per il 40% gli investimenti ordinari, quelli distribuiti in modo automatico che oggi sono al centro della battaglia sulla nuova legge. Da un lato la giunta, che vuole cambiare il modo di distribuire gli aiuti pubblici alle aziende, premiando chi genera produttività, chi investe in ricerca, innovazione, apertura ai mercati esterni. «La crisi non è ancora superata, ma il peggio è alle spalle - ha detto ieri in consiglio l'assessore all'industria Alessandro Olivi presentando il disegno di legge - è il momento di una strategia diversa rispetto al passato, meno conservativa. Questa non è una nuova manovra anti-crisi, introduciamo nuovi strumenti con l'obiettivo di far crescere il sistema». Dall'altra le minoranze, che vogliono mantenere una quota rilevante (l'emendamento della Lega indica il 20%) di contributi fissi per tutti, indipendentemente dalla valutazione dell'investimento, almeno fino al 2013: «In questa fase ancora critica - ha detto ieri Alessandro Savoi (Lega) - non possiamo chiedere alle piccole imprese di pensare in grande, dobbiamo aiutarle a sopravvivere». Nel 2010 la Provincia ha distribuito 113.700.000 euro di contributi per investimenti fissi: 1400 quelli concessi all'artigianato, 522 all'industria, 410 al commercio, 211 al turismo, 83 alla cooperazione. Tra questi ci sono investimenti considerati «prioritari» (ad esempio su ambiente, innovazione tecnologica, consorzi) e altri più tradizionali (come la sostituzione di un macchinario) che incidono per un 35-40%. Per questi ultimi, dopo due anni di aliquota al 15% introdotta con la manovra anti-crisi, il contributo è stato riportato al livello ordinario, ovvero al 7,5%. Le minoranze chiedono di riportarlo al 15%, se non al 20%, almeno per i prossimi due anni. Un'impostazione che va in direzione opposta a quella della nuova legge. «Con la nuova norma - spiega l'assessore Olivi - andrà ad attenuarsi la quota di aiuti per gli investimenti puramente sostitutivi e inerziali, e sarà assorbita da altre priorità. Ma le piccole imprese avranno a disposizione altre opportunità, gli incentivi ai contratti di rete e ai consorzi, i premi al lavoro intellettuale e le agevolazioni sui brevetti».

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