Conti da rifare, slitta l’assestamento
Le contestazioni della Corte dei Conti stoppano la giunta: dubbi sui crediti dei Comuni non esigibili prima del 2018
TRENTO. Conti da rifare. Oggi in giunta provinciale doveva essere la giornata dell’approvazione dell’assestamento di bilancio, la manovra che a metà anno definisce come riallocare parte delle risorse e come distribuire quelle che si rendono disponibili grazie alle nuove entrate nei primi mesi dell’anno (in crescita anche nel 2017). L’anno scorso l’assestamento distribuì 213 milioni di investimenti spalmati su tre anni, molti di più dei 150 milioni dell’anno precedente, distribuiti tra banda larga, edilizia abitativa, contribuiti alle imprese, rinnovi dei contratti del pubblico impiego.
Ma ieri l’esecutivo è stato costretto a fermarsi. La giunta si è riunita in mattinata per fare il punto: la manovra slitterà almeno di una settimana.
A stoppare la decisione è stato il pronunciamento della Corte dei Conti (Trentino di ieri), che mercoledì a Bolzano - per il secondo anno consecutivo - ha sollevato il problema dell’utilizzo a bilancio, da parte della Provincia, delle risorse per abbattere i mutui dei Comuni. Una possibilità offerta dal patto di garanzia con lo Stato, ha subito evidenziato il governatore Ugo Rossi, che ha consentito di utilizzare risorse di cassa ferme per evitare ai Comuni di contrarre nuovi debiti con le banche. Ma l’operazione non convince i giudici contabili, che hanno parificato solo in parte il bilancio. I crediti che la Provincia vanta nei confronti dei Comuni trentini (circa 360 milioni di euro) sono incappati nella censura della Corte, assieme ad altri crediti che la Provincia ha iscritto a bilancio per quanto riguarda alcune società partecipate. Il problema, per i giudici, è che Piazza Dante ha iscritto in entrata ciò che i Comuni sono impegnati a restituire in trent’anni, ma a partire dal 2018. Tutto si gioca dunque sull’interpretazione dell’esigibilità del credito: è ammesso che la Provincia indichi questi crediti nel proprio bilancio? E in che modo questo deve avvenire? La Provincia ha indicato per il 2016 un avanzo di amministrazione di 56 milioni, mentre secondo la Corte dei Conti andrebbe considerato un «rosso» di 360 milioni del consuntivo 2015. Al Dipartimento Finanze di Piazza Dante i tecnici lavoreranno per dimostrare che - come si è subito affrettato a dichiarare il governatore - «si tratta di questione tecnico-contabile, non si sta discutendo se mancano soldi ma solo di come vanno fatti figurare i crediti nei confronti dei Comuni». Ma oggi qualche milioni manca all’appello.
(ch.be.)