Trento, minoranze contro il sindaco 

Consiglio straordinario per le dimissioni 

TRENTO. La mozione di sfiducia al sindaco Andreatta presentata dalle opposizioni non è valida, perché sarebbero servite 16 firme e ne sono state sottoscritte solo 13. Nessun problema. Andrea Merler,...



TRENTO. La mozione di sfiducia al sindaco Andreatta presentata dalle opposizioni non è valida, perché sarebbero servite 16 firme e ne sono state sottoscritte solo 13. Nessun problema. Andrea Merler, consigliere della Civica e ispiratore della mozione, torna alla carica e presenta la convocazione di un consiglio straordinario. Il motivo è sempre lo stesso, le dimissioni del sindaco Andreatta che sarebbe ormai in minoranza, dopo il risultato delle elezioni politiche. La convocazione straordinaria del consiglio comunale, che si dovrà tenere entro 15 giorni dal deposito della richieste, è stata sottoscritta dagli stessi consiglieri che hanno presentato la sfiducia: 6 della Lega Nord, 3 del M5S, 3 della lista Civica e 1 di FI. Le motivazioni sono le stesse presentate in precedenza: si va dal risultato elettorale che, secondo le opposizioni, aveva dato al sindaco una maggioranza risicata anche alle comunale del 2015 (perché aveva ottenuto il 52% dei consensi del 50% degli aventi diritto al voto). Ma i limiti del governo cittadino riguardano più fronti: dalla litigiosità dimostrata da subito nella maggioranza, con l’uscita di consiglieri da più gruppi, alla mancata risposta da parte della maggioranza dei molteplici problemi che riguardano la città, primo tra tutti quello della sicurezza.

Per le opposizioni il sindaco non gode del sostegno della maggioranza dei cittadini, che hanno chiesto a gran voce provvedimenti efficaci per migliorare la vivibilità del centro storico, ma anche di arrestare il declino del commercio. L’ultima batosta elettorale che vede la coalizione scendere al 32%, ha fatto il resto.













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