Con una app alla scoperta delle miniere del Calisio 

Il progetto europeo. L’iniziativa punta a valorizzare il patrimonio non visibile e poco conosciuto Stanziati per il Trentino 178 mila euro. L’applicazione guiderà i visitatori nei percorsi dell’Ecomuseo


Claudio Libera


Trento. Si chiama "VirtualArch - Visualize to Valorize - For a better utilisation of hidden archaeological heritage in Central Europe", ed è un progetto europeo che punta a promuovere la protezione e la valorizzazione del patrimonio archeologico non visibile, poco conosciuto o non accessibile al pubblico come insediamenti sott’acqua o realtà di tipo minerario attraverso le nuove tecnologie. In Trentino è stato individuato quale ambito dove avviare il progetto l'Altopiano del Calisio, che in età medievale è stato oggetto di sfruttamento minerario: accanto a uno studio della zona, sono stati rivisti pannelli e didascalie e sono state messe in campo nuove tecnologie; breve sarà on line anche una app che guiderà il pubblico alla scoperta dei percorsi già realizzati dall’Ecomuseo Argentario.

In occasione della Conferenza internazionale “Digital Heritage”, incontro fra i partner europei che hanno aderito al percorso quadriennale avviato nell’estate 2017 - che si svolge a Trento tra oggi e giovedì - ieri l’Apt ha ospitato la presentazione del progetto europeo VirtualArch che vede come partner la Soprintendenza per i beni culturali e Fondazione Kessler.

L’incontro - cui hanno partecipato oltre al soprintendente Franco Marzatico il direttore dell’Ufficio beni archeologici Franco Nicolis, il responsabile dell’unità 3Dom di Fbk Fabio Remondino ed il presidente dell’Ecomuseo Argentario Ivan Pintarelli – è servito a presentare le attività del progetto di cooperazione interregionale che ha un budget totale pari a 2 milioni 103 mila euro e può contare su un co-finanziamento del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per 1 milione 730 mila euro. Con il Trentino, cui sono arrivati 178 mila euro, di cui 100 mila per i prodotti, a vincere sono stati siti di Austria, Germania, Slovenia, Polonia, Croazia.

Si tratta di luoghi non accessibili, sommersi dall’acqua o dalla terra ed ora “visitabili” grazie a nuove tecnologie, le app. Il progetto, ha detto Marzatico, “che si chiuderà nel 2020, proprio sul tema dell’accessibilità, ha permesso una conoscenza del nostro patrimonio avuto in eredità non concreta, quasi immateriale, pur essendo molto materiale ma situata sotto terra e quindi bisognosa di accessibilità, sotto un organo di tutela”.

Facendo cenno poi al Codice Vanga, il più antico d’Europa sulle miniere ed alla prospettiva di un grande parco minerario con Lagorai, Calisio e Valle dei Mocheni. Fabio Remondino dell’Fbk ha sottolineato l’importanza della vittoria del Trentino per valorizzare un sito che pochi conoscono, con una storia affascinante quanto antica. Ivan Pintarelli, dell’Ecomuseo ha parlato di “orgoglio per un patrimonio storico unico, che ha già vinto una sfida in estate con la prima visita reale non facile da attuare, che in primavera verrà riproposta”. La app sarà scaricabile a giorni; con quella si verrà guidati sul territorio, dove sono stati posizionati i nuovi pannelli e le didascalie.













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