Con un taglio di capelli si dà un taglio alla povertà

L’iniziativa domenica dalle 9 alle 18 alla scuola per acconciatori “Barelli” Quanto incassato (offerta libera) finanzierà un ospedale sulle Ande ecuatoriane



ROVERETO. Ritorna “Un taglio di capelli per dare un taglio alla povertà”, l’iniziativa, che l’anno scorso ha riscosso un notevole successo, è stata portata in Trentino da Maria Rosaria D’Agostino del salone Hairrosa di Rovereto. Quest’anno l’appuntamento per un taglio o una piega, ad offerta libera, è domenica, dalle 9 alle 18 orario continuato, nelle sale della scuola per acconciatori “A. Barelli”. Il soldi ricavati verranno interamente devoluti all’hospital Claudio Benati di Zumbahua sulle Ande ecuadoriane. «La novità di quest’anno - dice D’Agostino - è che siamo nell’istituto scolastico e il servizio sarà sicuramente più veloce. Sono riuscita a coinvolgere una decina di colleghi della zona e sette otto verranno da fuori provincia, tra Triveneto e Lombardia. L’anno scorso abbiamo eseguito oltre duecento tra tagli e pieghe, a donne, uomini, bambini e anziani, e abbiamo raccolto una bella cifra, che ci è servita per sostenere un mese di vita dell’ospedale».

La scelta dell’Ecuador non è casuale. «L’ospedale è stato aperto nel 1993 da un medico e un’infermiera roveretani. Lì la sanità è a pagamento e per molti è un problema. Questo è un centro non solo di cura, ma anche di sostegno alla popolazione». La struttura è inserita nei progetti di cooperazione dell'operazione “Mato Grosso” e sono proprio i ragazzi del “Mato Grosso” che si sono occupati del volantinaggio. La somma ricavata verrà portata in Ecuador da operatori roveretani che offrono annualmente periodi di lavoro gratuito presso l’ospedale di Zumbahua. «Mi ha fatto piacere la rete di solidarietà che si è creata tra colleghi» dice D’Agostino soddisfatta per essere riuscita a coinvolgere anche il mondo della scuola. «All’opera ci saranno solo professionisti, ma è un modo per lanciare ai ragazzi il messaggio che si può fare solidarietà anche attraverso il proprio lavoro». (a.g.)

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