«Con o senza Roma, pronti a tagliare»

Indennità, l'impegno di Dorigatti e Depaoli alla vigilia del vertice nella capitale


Jacopo Tomasi


TRENTO. Dopo la sveglia suonata dal Patt ai capigruppo e lo scossone firmato Antonio Di Pietro, qualcosa si muove sul fronte indennità. Domani, a Roma, è in programma la riunione della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. Nella capitale ci saranno, quindi, la presidente del consiglio regionale Rosa Thaler Zelger ed i presidenti dei due consigli provinciali Bruno Dorigatti e Mauro Minniti.

Cosa uscirà dall'incontro? Difficile dirlo. Forse sarà fatta una proposta di taglio ai costi della politica a livello nazionale, che coinvolga tutti gli enti locali. Così non fosse, il Trentino andrà per la sua strada. Tagliando le indennità. Lo dice chiaro il presidente del consiglio provinciale trentino, Bruno Dorigatti. «Dopo l'incontro a Roma bisogna arrivare ad una stretta», afferma sicuro. «La speranza è che venga fatta una proposta a livello nazionale, ma sono piuttosto pessimista da questo punto di vista. Penso sia più probabile che noi in Trentino Alto Adige possiamo dare il buon esempio con un'azione concreta, dimostrando ancora una volta che sappiamo usare in termini positivi la nostra autonomia». Il presidente Dorigatti, che nella capitale incontrerà anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è convinto che si debba arrivare ad una soluzione condivisa in tempi brevi. «Durante l'assemblea - spiega - faremo presente che la comunità trentina sta chiedendo un passo indietro da parte della politica a fronte della situazione di crisi. Cercheremo di capire cosa si vuole fare a livello nazionale su questo argomento, ma tornati da Roma dovremo metterci a lavorare seriamente, qualsiasi cosa emerga».

L'impressione di molti, infatti, è che fino ad ora si sia perso tempo. Tante riunioni, diverse promesse e poca sostanza. «Il tempo stringe», conferma Dorigatti. «Tutti dicono che vogliono fare in fretta, ma nelle singole decisione non si vede questa fretta», sottolinea. «Ognuno - aggiunge - vuole portare avanti la sua proposta. C'è chi afferma di portare il suo disegno di legge in consiglio regionale, ma se tutti seguiranno questo iter, non si va da nessuna parte. Serve uno sguardo d'insieme, andare oltre i propri interessi e cercare un compromesso su una proposta unitaria». Un percorso che non deve durare troppo tempo. La palla, però, passa all'Alto Adige. «Se la presidente Thaler fosse in grado, assieme al suo ufficio, di presentare una proposta in tempi rapidi, se ne potrebbe discutere già nella prossima riunione del consiglio regionale, in programma gli ultimi giorni di settembre».

Anche il vice presidente del consiglio regionale, Marco Depaoli, ribadisce l'importanza di dare un'accelerata. «Era doveroso aspettare l'incontro nazionale di martedì (domani per chi legge, ndr) per capire cosa si fa a livello nazionale. Dopodiché faremo il punto della situazione per vedere come muoverci come in Trentino, ma l'intenzione è comunque quella di agire in tempi brevi». Quanto brevi? «Il più breve possibile», ribatte Depaoli, che non se la sente di fissare date, ma ribadisce la volontà. «Dobbiamo e vogliamo partire, accelerare. Se a livello nazionale non dovesse uscire nulla di concreto, noi andiamo avanti. Sappiamo benissimo che c'è la necessità di tagliare. È la gente a chidercelo. Non possiamo permetterci di allungare troppo i tempi. L'obiettivo - conclude - è quello di arrivare ad una proposta condivisa da tutti nelle prossime riunioni in programma».

Anche perché se non ci sarà una convergenza su alcuni punti, il fronte si spaccherà. Il segretario del Patt, Ugo Rossi, l'altro giorno ha già dato l'ultimatum ai capigruppo. «O si trova una soluzione a breve, oppure noi presenteremo il nostro disegno di legge in consiglio regionale». Una dichiarazione che ha portato ad accelerare i tempi. Ora la speranza è che questa «soluzione condivisa» da tutti auspicata, si trovi davvero. Altrimenti, come ha detto Dorigatti, se ogni partito presenterà il proprio ddl, i tempi si dilateranno inevitabilmente. E la comunità non può più aspettare.













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