Comunità di valle Il Pd si divide anche sul progetto Daldoss

Scalfi contraddice Pinter e Manica: «Proposta equilibrata e intelligente». Con lui Bezzi di Forza Italia e Giuliani del Patt



TRENTO. La “controriforma” delle Comunità di valle annunciata dall’assessore agli enti locali Carlo Daldoss divide il Pd. A creare un’altra crepa in un partito da sempre noto per le sue diverse anime, il coordinatore cittadino Vanni Scalfi, oggi candidato alla segreteria provinciale, che si schiera a favore della proposta della giunta, bersagliata dalle critiche proprio ieri dal presidente democratico Roberto Pinter e dal consigliere provinciale Alessio Manica. Una proposta che Scalfi definisce invece «equilibrata ed intelligente», con il merito di «non essere ideologica né preconcetta». «Parte dal dato di fatto del loro cattivo funzionamento e propone una sostanziale revisione del loro assetto istituzionale». Per il coordinatore «bisogna “andare oltre”. Non è più il tempo di enti intermedi, con organismi decisionali pletorici, spesso in conflitto con i singoli comuni. Non va fatto un semplice tagliando, la Comunità deve cessare di essere un ente diverso rispetto ai comuni e divenire espressione e tavolo di lavoro dei comuni stessi. In quest’ottica l’elezione diretta non ha senso e la visione elastica di prevedere gestioni associate a “geometria variabile”, in base alle esigenze dei comuni, mi sembra condivisibile ed auspicabile. Mi fa piacere poi che il metodo per delineare la proposta di riforma sia partito dal basso, sentendo il punto di vista dei comuni. La democrazia dal basso è la cifra più importante della mia visione del prossimo Partito Democratico del Trentino. Aggiungo che le Comunità di valle devono avere competenze chiare e più circoscritte, e devono favorire ed accelerare la fusione dei piccoli comuni. La gente chiede servizi più efficienti e meno costosi, meno discussione politica e maggiore rappresentanza delle esigenze dei territori».

Favorevole anche l’onorevole Giacomo Bezzi, che però milita in Forza Italia: «L’idea di Daldoss di riportare le funzioni dell’ente a ruolo operativo dei comuni trentini per le esigenze di gestione dei servizi sovracomunali e di programmazione sul territorio eliminando organismi decisionali inutili teatro solo di rappresentazioni di politica partitica è un principio che condividiamo da vecchia data. Credo che se migliorata ulteriormente questa proposta potrà ridare ai sindaci (senza bisogno di ulteriore indennità) l’occasione di ragionare direttamente sulla riduzione di costi e gestioni condivise di servizi in un’ottica di spending review che la Provincia Autonoma di Trento dovrà necessariamente attuare. Cogliamo positivamente il segnale di discontinuità tra il programma elettorale presentato dalla sinistra autonomista trentina alle ultime elezioni e le proposte di riforme istituzionali che la giunta provinciale attraverso il suo assessore tecnico sta proponendo oggi, in discontinuità con quanto aveva voluto Dellai gli anni scorsi. Bene il fatto che Ugo Rossi, dopo aver sorvolato sulle Comunità di valle per farsi eleggere incolpando Dellai e Gilmozzi di averle volute, ritorni alla sua vecchia idea che non servono a nulla e che così come articolate sono dei carrozzoni».

Pieno appoggio anche dal consigliere provinciale del Patt, Luca Giuliani: «Penso che l'assessore Daldoss abbia fatto un ottimo lavoro riguardo alla riforma delle Comunità di valle rispecchiando il pensiero di molti amministratori, non solo provinciali. É evidente che tutto sia migliorabile e modificabile ma la proposta presentata non può venire stravolta. Io personalmente oserei di più, eliminando completamente le assemblee e nominando esclusivamente la giunta, che sarà completamente a disposizione dei Comuni».













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