Comuni, via libera a 19 progetti di fusione
Da Castel Ivano a Primiero, da Tesino a Tre Ville: ecco cosa cambierà nella geografia del Trentino
TRENTO. Dagli attuali 208 a 172. Potrebbe essere questo, a partire dal primo gennaio 2016, il numero dei Comuni in Trentino se dovessero andare in porto tutti i progetti di fusione avviati negli ultimi mesi. Oggi, la Giunta provinciale, su proposta dell’assessore alla coesione territoriale Carlo Daldoss, ha espresso parere favorevole a 19 processi di fusione che interessano ben 55 comuni.
Ecco i Comuni interessati
1. Albiano Lona Lases, mediante la fusione dei comuni di Albiano e Lona Lases
2. Altavalle, mediante la fusione dei comuni di Faver, Valda, Grumes e Grauno
3. Altopiano della Vigolana, mediante la fusione dei comuni di Bosentino, Vattaro, Vigolo Vattaro e Centa San Nicolò
4. Amblar-Don, mediante la fusione dei comuni di Amblar e Don
5. Borgo Chiese, mediante la fusione dei comuni di Brione, Cimego e Condino
6. Borgo Lares, mediante la fusione dei comuni di Bolbeno e Zuclo
7. Castel Ivano, mediante la fusione dei comuni di Strigno, Spera e Villa Agnedo
8. Cembra Lisignago, mediante la fusione dei comuni di Cembra e Lisignago
9. Civezzano Fornace, mediante la fusione dei comuni di Civezzano e Fornace
10. Madruzzo, mediante la fusione dei comuni di Calavino e Lasino
11. Porte di Rendena, mediante la fusione dei comuni di Villa Rendena, Vigo Rendena e Darè
12. Primiero San Martino di Castrozza, mediante la fusione dei comuni di Fiera di Primiero, Tonadico, Transacqua e Siror
13. Tesino, mediante la fusione dei comuni di Pieve Tesino, Castel Tesino e Cinte Tesino
14. Rendena Terme, mediante la fusione dei comuni di Caderzone Terme, Bocenago e Strembo
15. Tre Ville, mediante la fusione dei comuni di Ragoli, Preore e Montagne
16. Vallelaghi, mediante la fusione dei comuni di Terlago, Vezzano e Padergnone
17. Ville d’Anaunia, mediante la fusione dei comuni di Tuenno, Nanno e Tassullo
18. Sella Giudicarie, mediante la fusione dei comuni di Breguzzo, Bondo, Lardaro e Roncone
19. Contà, mediante la fusione dei comuni di Cunevo, Flavon e Terres.
«Siamo molto soddisfatti per quanto sta accadendo - hanno commentato il presidente Ugo Rossi e l’assessore Daldoss - perchè abbiamo sempre creduto che le fusioni siano la strada principale per superare la frammentazione amministrativa e creare migliori condizioni organizzative e di governo del territorio, a vantaggio, innanzitutto, dei cittadini. L’Autonomia trentina - hanno detto - dimostra grande reattività rispetto ai cambiamenti in corso a livello nazionale, dove nel 2014 i processi di fusione registrati hanno interessato complessivamente 62 comuni».
«È un processo - ha aggiunto il presidente Rossi - che necessita di forte convinzione e che non può basarsi solo su motivazioni, certo importanti, di efficienza e di efficacia della pubblica amministrazione, ma che deve fondarsi sulla voglia delle nostre comunità di essere protagoniste del loro futuro, in una prospettiva più ampia che vada oltre i campanili, che sono un tratto distintivo importante, ma che dobbiamo utilizzare, metaforicamente, per salirci sopra e guardare, insieme, più lontano».
«Si tratta di un momento storico - ha detto ancora l’assessore Daldoss - che potrebbe riscrivere il quadro istituzionale del territorio trentino. Ora la decisione passa ai cittadini di ciascuno dei 55 comuni coinvolti. Ci auguriamo che le consultazioni referendarie vadano a buon fine e che nel futuro prossimo altri comuni decidano di attivare questo percorso».