Comuni trentini: ecco chi riceve più contributi dalla Provincia
Inevitabile che nella classifica nazionale tra le città maggiori beneficiarie di trasferimenti dallo Stato ci siano i centri delle regioni autonome: Bolzano in testa (1121 euro pro capite), seguita da Trento a ruota (1113). Bieno in Valsugana svetta con 2246 euro pro capite, Fornace arranca con 205. Ma anche Amblar naviga oltre i due mila euro
TRENTO. Bieno, comune valsuganotto, non dovrebbe lamentarsi: in Trentino è il Comune che incassa di più dalla Provincia per trasferimenti correnti misurati pro capite. Ma forse un po’ di invidia per Ripabottoni trapela. Il piccolo comune di Campobasso, 673 abitanti, ha incassato alla stessa voce dallo Stato poco meno di 34 mila euro per abitante. Un abisso a confronto di Gandino, Bergamo: solo 6 euro.
L’associazione dei Comuni ha presentato uno studio nazionale sui bilanci di ciascun municipio italiano, registrando i trasferimenti correnti dello Stato e le spese e aggiungendo alcune considerazioni sull’andamento finanziario complessivo. Che, tutto sommato, non va malissimo nel senso che sono aumentati i Comuni virtuosi che però si sono trovati a tagliare sulle spese di investimento, mentre quelle correnti aumentano ancora. Qualche problema sul criterio di come vengono distribuite le risorse, però, è emerso in tutta la sua gravità. La voce che conta di più è la storicità: i trasferimenti copiano i bilanci degli anni precedenti e così chi magari riesce a risparmiare qualcosa si trova “punito” con minori risorse. Al contrario chi spende molto si troverà il portafoglio ancora più gonfio. Per questo la lettura della classifica proposta dall’Anci ha molte chiavi interpretative, a cominciare per esempio dalla “qualità” della spesa. C’è chi spende molto e bene e chi spende magari uguale ma male.
Inevitabile che nella classifica nazionale tra le città maggiori beneficiarie di trasferimenti dallo Stato ci siano i centri delle regioni autonome: Bolzano in testa (1121 euro pro capite), seguita da Trento a ruota (1113). Le due città, però, non sono le prime nelle spese, sopravanzate (di molto) da Venezia che in effetti ha impegni di gestione molto dispendiosi.
In Trentino la situazione è molto diversa. Qui è la Provincia che distribuisce le risorse con criteri diversi da quelli nazionali, regolati da un protocollo e legate solo in minima parte alla storicità. Nessuno prende i 34 mila euro di Ripabottoni, né i 6 di Gandino però ugualmente c’è una bella differenza tra il primo e l’ultimo dei Comuni: Bieno in Valsugana svetta con 2246 euro pro capite, Fornace arranca con 205. Ma anche Amblar naviga oltre i due mila euro. C’è poi una ristretta fascia che incassa tra i mille e i due mila euro. Qui si trovano tre delle principali città della provincia, ma non nell’ordine di popolosità: Trento è battuta da Arco (1236 euro, due volte e mezza di quanto prende la sorella Riva), ma anche da Rovereto che incassa 1161 euro per ciascuno dei suoi 37 mila abitanti.
Tra le cittadine top ten la più “povera” è Mezzolombardo che si deve accontentare di trasferimenti correnti dalla Provincia di soli 467 euro. Tra i centri “corposi” anche Mezzocorona e S.Michele intascano pochino (rispettivamente 438 e 393 euro pro capite). E qui siamo già nella parte bassa della classifica, dove si trova circa un terzo dei comuni trentini.
«Ma un confronto con i dati nazionali - spiega Marino Simoni, presidente dei Comuni trentini - non si può assolutamente fare. Certo, anche il nostro sistema è da migliorare ma sulla distribuzione delle risorse abbiamo cercato di trovare il miglior equilibrio possibile e finora le risposte sono positive».
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