Comuni, per investimenti si liberano 50 milioni

La Provincia azzera il patto di stabilità: chi ha risorse da parte potrà spenderle Il governatore: «Pagheremo noi tutta la quota per i rinnovi dei contratti»



TRENTO. Via il patto di stabilità per il 2016. La Provincia concede una boccata d’ossigeno ai Comuni stressati da fusioni, gestioni associati, blocco del turn over: si tratta di circa 50 milioni di risorse che le amministrazioni hanno in cassa ma attualmente non possono spendere per via dei vincoli di bilancio, risorse che si libereranno per investimenti e pagamenti di opere pubbliche programmate. Sarà la Provincia, il cui patto di stabilità con lo Stato vale circa 600 milioni di euro, a farsi carico della quota di patto a carico dei Comuni.

Lo ha annunciato ieri il presidente Ugo Rossi durante la conferenza stampa al termine della giunta: «L’obiettivo - ha detto - è utilizzare le norme sul pareggio di bilancio anche per i Comuni. Abbiamo deciso che nella manovra toglieremo il patto di stabilità dei Comuni, chi ha risorse potrà utilizzarle». Residui di cassa potranno essere spesi per pagare le opere pubbliche, strade, scuole, manutenzioni: «Significa che potranno andare avanti più speditamente progetti che avevamo a bilancio ma che non avevamo i soldi per finanziare», commenta il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, che un mese fa aveva lanciato l’allarme sulla liquidità di cassa.

Il governatore ieri ha confermato che ci sono margini di intesa anche sui 9,1 milioni di euro di ulteriori tagli chiesti ai sindaci, che si sono visti aumentare il conto (passato da 117 a 126,1) per effetto del patto finanziario siglato dalla Provincia con lo Stato che per il 2016 impone al Trentino di versare a Roma 126,1 milioni, di cui 73,3 milioni di accantonamenti per il sovragettito Imu e 52,8 milioni di riserve all'erario relative al gettito tributario sui fabbricati produttivi. Piazza Dante è pronta ad accollarsi una quota degli ulteriori sacrifici: domani è in calendario una nuova riunione sul patto di finanza locale al Consiglio delle autonomie.

E come ulteriore boccata d’ossigeno ai sindaci, Rossi ha annunciato che sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego - che normalmente sono a carico in parte della Provincia e in parte dei Comuni - sarà azzerata la quota dei Comuni. Infine ha confermato che il mancato gettito dovuto all’abolizione dell’Imis sulla prima casa (escluse le case di lusso e quelle con rendite catastali più alte) sarà compensato dalla Provincia.

Ieri la giunta ha approvato due disegni di legge che modificano la legge di bilancio per armonizzarla con la legge di stabilità statale e introducono il pareggio di bilancio: pareggio che impedirà di conteggiare circa 200 milioni di avanzo in entrata nel 2016. In Provincia nessuno si fa illusioni che dalla legge di stabilità, che dopo la firma del presidente della Repubblica affronterà il cammino parlamentare, possano arrivare significative aperture sull’allentamento del patto di stabilità. La Provincia di Trento ha in cassa circa un miliardo di risorse congelate, e l’accordo finanziario firmato lo scorso anno con Stato prevedeva un progressivo allentamento. «Sarà molto difficile», scuote la testa Rossi. Eppure questo, insieme all'indebitamento virtuoso, per il governatore sarà il tema di fondo dei prossimi anni: «Ha senso che ci siano delle risorse ferme?».

(ch.be.)













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