Comune verso il «ribaltone» Mezza giunta pronta a candidarsi

Sicure Plotegher e Maestri (Pd), in forse gli assessori dell’Upt e Condini del Patt Il sindaco Andreatta preme per le dimissioni, ma solo il Pd ha detto sì. E si prepara il rimpasto



TRENTO. Tre mesi alle elezioni provinciali e in Comune a Trento mezza giunta rischia di saltare causa candidature. La prospettiva è nota da tempo, con alcune partenze sicure (le assessore Violetta Plotegher e Lucia Maestri del Pd) ed altre meno (nell’Upt Paolo Castelli, ma non si esclude anche il vicesindaco Paolo Biasioli, e Fabiano Condini del Patt) e diversi consiglieri dei tre partiti pronti ai blocchi di partenza per conquistare un posto da assessore. C’è soprattutto da sciogliere il nodo del doppio ruolo, assessore e candidato, in campagna elettorale. Il sindaco Alessandro Andreatta lo ha aveva anticipato già lo scorso autunno: agli assessori che si candidano per la Provincia chiederò di dimettersi.

È arrivata l’estate, settimane decisive per le candidature e lunedì in giunta Andreatta è tornato sull’argomento in modo netto, ribadendo ai suoi assessori il concetto: «Chi si candida dovrebbe dimettersi. Io non posso ritirare le deleghe, ma ricordatevi che sul tema oggi l’opinione pubblica è particolarmente sensibile».

Le risposte, finora, sono state le seguenti. In casa Pd le due assessore hanno già annunciato che si dimetteranno. Lo hanno fatto anche durante una riunione di gruppo, dove in particolare l’assessore alle politiche sociali Violetta Plotehger ha chiarito che le sue saranno dimissioni «a prescindere dalle scelte che faranno gli altri colleghi». Lucia Maestri, responsabile della cultura, si è detta d’accordo sulle dimissioni sottolineando però l’importanza che per tutti valga la stessa regola.

Nicchiano invece Upt e Patt. Nell’Upt gli assessori, in testa il vicesindaco Biasioli, hanno fatto presente al sindaco che la loro situazione è molto diversa da quella delle colleghe Pd, visto che Plotegher e Maestri sono al terzo mandato in Comune (dunque non potrebbero ricandidarsi per le regole interne del partito), mentre gli assessori Upt sono tutti al primo incarico. Finora il nome più papabile per una candidatura alle provinciali è quello dell’assessore allo sport Paolo Castelli, ma è stato lo stesso Biasioli a dire che il partito potrebbe anche chiedere di entrare in lista a tutti e tre i suoi uomini di giunta. Partito che pare sia intenzionato - nel caso di candidatura - a chiedere agli assessori di lasciare l’incarico in Comune.

Per quanto riguarda infine il Patt, l’assessore allo sviluppo economico Fabiano Condini, anche lui al primo mandato, vorrebbe rimanere dov’è e il partito potrebbe accontentarlo. In ogni caso, ha dichiarato, «sulle dimissioni sarà ogni partito a decidere». Come dire che dal Patt non arriverà nessuna garanzia rispetto alla richiesta di Andreatta.

E passiamo al possibile rimpasto. Il sindaco ha chiesto ai suoi assessori di fargli sapere le loro intenzioni il prima possibile, in modo da avere più tempo per decidere il nuovo assetto dell’esecutivo. In attesa di notizie, è già partito il toto- nomi. Nel Pd si dà per certo un ingresso in giunta di Mariachiara Franzoia, anche per rispettare le quote di genere visto che ad andarsene sono due donne. Con lei potrebbe tornare in giunta Andrea Robol, già assessore alle attività economiche, che sarà in ballo con Corrado Bungaro, consigliere molto apprezzato da Andreatta. Nell’Upt - dopo il recente scontro sulle presidenze di commissione - è probabile che l’indicazione al sindaco avvenga sulla base del numero di voti ottenuti, e in quel caso toccherebbe al capogruppo Massimo Ducati. Ma tra i papabili ci sono anche l’ex capogruppo Franco Micheli e Eleonora Angeli, corteggiata per le provinciali ma intenzionata a giocarsi le proprie carte in Comune. Infine il Patt. Se alla fine Condini dovesse correre per Piazza Dante, Andreatta dovrebbe scegliere tra Fabio Armellini e Paolo Monti, con il secondo in pole position.

(ch.be.)













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