Comune di Trento, la scure taglia 15 milioni

Sei milioni sul corrente, sacrifici sulle opere


Chiara Bert


TRENTO. Si è detto che il patto di stabilità peserà sul Comune di Trento per 6 milioni di euro, ma il conto finale in realtà sarà molto più pesante a causa dell'obiettivo «cassa zero», che costringerà a tagliare opere per quasi 10 milioni. Oggi il primo confronto giunta-circoscrizioni: che sono pronte a rinunciare a qualche investimento, ma chiedono di non ridurre il budget per le associazioni.
Il coordinatore dei presidenti, Melchiore Redolfi, lo dice apertamente: «Dimezzare la somma a disposizione delle circoscrizioni significa tagliare i contributi al volontariato e all'associazionismo, che svolgono un servizio prezioso per le nostre comunità». «Piuttosto - prosegue - va fatto un ragionamento serio, in un momento di crisi e di tagli al bilancio dobbiamo essere disponibili a rinunciare a qualche opera pubblica che può essere rinviata nel tempo». E fa un esempio: «Se devo aspettare per la rotatoria di via Missioni Africane non è un dramma, può rimanere per un altro po' di tempo il semaforo».
Se questa linea - a cui ha fatto appello anche l'assessore ai lavori pubblici Italo Gilmozzi - sarà condivisa dagli altri presidenti si scoprirà nel vertice in programma oggi a palazzo Geremia. L'input che è stato dato dal Comune a tutti gli uffici e alle circoscrizioni è di impegnare solo il 50% delle risorse stanziate: una mossa cautelativa, in attesa di capire l'ammontare dei tagli legati al patto di stabilità chiesto dallo Stato. Ora la cifra è nota e per Trento si scopre che il sacrificio sarà più pesante di quanto apparso finora.
I 6 milioni di euro conteggiati per il capoluogo peseranno infatti tutti sulla parte corrente. Ma c'è dell'altro. Si chiama «obiettivo cassa zero»: in sostanza, quello che esce dalle casse per pagare un'opera pubblica, dev'essere riequilibrato da una corrispondente entrata. Finora, per finanziare le opere per la parte non coperta dalla Provincia, il Comune assumeva dei mutui, operazione - spiega il sindaco Alessandro Andreatta - che da qui in avanti sarà molto più difficile. «Già abbiamo un pregresso da gestire, sarà bene non contrarre nuovi prestiti. La conseguenza sarà che nuovi investimenti dovranno essere finanziati per il 100% dalla Provincia». Andreatta non vuole dare cifre, ma a palazzo Thun si è già abbozzato qualche calcolo: la «cassa zero» peserà per altri 9-10 milioni di minori opere oltre ai tagli già assodati sul corrente. «Sarà molto dura, nel 2011 il vincolo ci impone di spendere 6 milioni in meno - ammette il sindaco - servono scelte forti, cercheremo di farle con equilibrio intervenendo su alcuni ambiti meno importanti».
Oggi il primo confronto con le circoscrizioni, convocate alle 17.30 a palazzo Geremia. All'ordine del giorno la partita dei tagli al bilancio, ma anche il futuro delle circoscrizioni, il ruolo dei presidenti e la richiesta di incontri costanti con la giunta comunale. L'assessore al decentramento Renato Tomasi si schiera con Redolfi: «Il budget delle circoscrizioni si aggira sui 400 mila euro, ridurlo della metà come è stato ipotizzato significa risparmiare 200 mila euro, che su 6 milioni totali non sono poi tanti, ma per un'associazione di quartiere anche 100 euro di contributo negato pesano invece moltissimo. Non mi pare che il gioco valga la candela, ma l'incontro di domani (oggi per chi legge, ndr) servirà anche per ragionare di questo». La certezza è che questa volta nessuno sarà esente da sacrifici e che individuare gli «ambiti meno importanti» sarà un'operazione tutt'altro che facile. Il confronto con gli uffici e gli assessori è già cominciato.

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