fra le bancarelle

Coldiretti: «Al mercato la gente ora segue le regole, ma in futuro resterà la paura»

Il referente della Campagna Amica Elio Gabardi: «Se adesso manca la normalità di un gesto semplice come stringersi la mano o abbracciarsi, un domani si rischia di trovarlo quasi come un atto sbagliato»



TRENTO. Il tentativo di ritorno alla normalità è rappresentato anche dalla possibilità, il mercoledì mattina, di recarsi al mercato contadino della Coldiretti, quello che si svolge in via Filzi. Ben i 12 gazebo gialli con rispettivi banchi per l’appuntamento con Campagna Amica nel quartiere di San Giuseppe, alle spalle dello storico “Vaticano”, meglio conosciuti come “Casoni”. Controllato dalla “ronda” con pettorina gialla delle penne nere dell’Ana di Trento, gli ambulanti hanno messo in esposizione le loro merci bio, dalla frutta alla verdura, dai formaggi ai latticini, al miele, sotto l’occhio attento di Elio Gabardi, il referente di campagna Amica della Coldiretti, assistito da uno stagista che sta apprendendo il mestiere direttamente sul campo.

«La gente ha imparato benissimo come comportarsi – esordisce Gabardi – anzi, quasi troppo. Osservano il distanziamento, indossano la mascherina, praticano l’igienizzazione delle mani e questo è un dato di fatto molto positivo perché significa che si sono adottate tutte le misure messe in atto dalle nostre forze amministrative e sanitarie. Ma allo stesso tempo sono pure un segno di paura che quando finalmente la pandemia sarà alle nostre spalle risulterà difficile sradicare dalle nostre abitudini. E se adesso spesso manca la normalità di un gesto semplice come quello di stringersi la mano o di abbracciarsi, un domani si rischia di trovarlo quasi come un atto sbagliato. Speriamo non sia così».

Nel frattempo, i clienti abituali del mercoledì, si spostano da un gazebo all’altro, molti muniti del carrellino della spesa. L’età media, come quella dei residenti del popoloso quartiere di San Giuseppe della Circoscrizione San Giuseppe Santa Chiara è molto elevata e la stragrande maggioranza di loro ha già ricevuto almeno la prima dose della vaccinazione. C.L. 

 

 

 













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