TRENTO

Città pulita, anche dai pregiudizi

Iniziativa di alcune associazioni che hanno sgombrato il centro da immondizia abbandonata


di Daniele Peretti


TRENTO. Dalla proposta di matrimonio, ma che tra la casella del sì e quella del no è comparso un forse, alle siringhe usate e bottiglie di alcolici in quantità tale da far dire ai volontari: «Sarebbe ora di vietare il consumo di alcolici sulle panchine, ma lo si dovrebbe fare col controllo dei vigili». È parte di quanto emerso con la giornata “Panchina pulita” organizzata dall'associazione Nuovamente in collaborazione con alcune persone senza fissa dimora, volontari, tutti a pulire sia materialmente alcuni spazi comuni dall'immondizia abbandonata, ma anche simbolicamente per spazzare via pregiudizi e cattivi pensieri. A raccontarci questa giornata particolare è Lambert uno studente della Costa d'Avorio, a Trento per frequentare l'Ipia e segretario dell'Associazione. «Ci siamo ritrovati questa mattina (ieri per chi legge, ndr) in piazza Dante in una sessantina e dopo aver indossato la maglietta gialla con la panchina simbolo ci siamo divisi in squadre. Chi è rimasto in piazza Dante, chi è andato alla Cervara e chi come noi in Lung'Adige. Ci ritroveremo in piazza Venezia dove dopo aver fatto il bilancio della mattinata, mangeremo qualcosa e poi inizieremo un torneo di ping pong».

Oltre a Nuovamente, partner dell'iniziativa anche il Punto d'Incontro, Volontari in strada, Villa Sant'Ignazio, Apas, Atas e la casa della Giovane. La giornata aveva anche una dedica particolare per ricordare Michele, un amico recentemente scomparso. Così ogni volontario si è preso cura di un pezzo di aiola ripulendola e riponendo in sacchi diversi l'immondizia raccolta ed all'interno di un apposito contenitore aghi e siringhe. A meravigliare è anche come in una città apparentemente pulita come Trento, basta che alcune persone si mettano in strada e arrivano a raccogliere quantità considerevoli di spazzatura. È successo recentemente al nuovo parco delle Albere, è accaduto ieri mattina in Lung'Adige, è successo in un recente passato in altre zone della città; mentre sono ormai periodiche le segnalazioni di cittadini che s'imbattono in rifiuti abbandonati. Mentre parliamo si avvicina Manuela che si dichiara immigrata, le chiediamo da dove: «Dalla Sardegna. Mi sento tale perché sud e nord sono due mondi completamente diversi e anche se sono italiana, mi sono sentita subito tagliata fuori. Ma contemporaneamente ho capito di essere arrivata in un'isola felice e in questi otto mesi mi sono adattata molto bene». Manuela lavora alla cooperativa “La Panchina” che opera con persone con disagi mentali. Dall'argine dell'Adige arriva un volontario che ha riempito due sacchi di rifiuti, trovato un paio di siringhe e si siede sulla panchina per riposarsi. «Ecco a questo dovrebbero servire le panchine, non per bere o fare altre cose ancora peggiori – scolpisce un altro volontario – non immagina nemmeno quante bottiglie di vetro di superalcolici abbiamo raccolto. Dovrebbero essere vietate, ma poi si dovrebbe sorvegliare che non si beva lo stesso». Oltre a bottiglie e a un foglio sul quale era scritta una speranzosa richiesta di matrimonio, stroncata con un “forse” anche calze, carta, cartoni di vino, plastica.













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