Chico Forti, l’ultima carta è quella diplomatica
Nella pagina Facebook che sostiene il giusto processo per il trentino le ultime novità (con una sconfitta legale)
TRENTO. La possibilità di riaprire il processo di Chico Forti, condannato in Florida per omicidio, si è ridotta al lumicino dopo che gli avvocati hanno presentato in ritardo l’ultima carta giuridica, la Habeas Corpus. In una recente riunione con l’ambasciata di Washington e il Consolato di Miami, la famiglia ha fatto il punto della situazione, riportato sul profilo Facebook “Chico Forti Free”aggiornato da Roberto Fodde. Fallita la via giudiziaria, si sta valutando la richiesta di trasferimento in Italia per scontare la pena, ma anche questa strada appare molto poco percorribile. Prima di tutto perché Chico dovrebbe dichiararsi colpevole del reato e poi perché sul fronte dell’estradizione il Governo Usa è rimasto scottato dal caso Baraldini. L’accordo era stato raggiunto solo su assicurazioni italiane che la Baraldini sarebbe stata in carcere almeno fino al 2008, invece uscì ben prima con una serie di escamotage. Gli Usa non hanno alcuna intenzione di ricadere nella trappola e quindi dimostrano assoluta rigidità. «Chico e la famiglia e chiaramente anche io - dice Fodde - scartiamo a priori questo trasferimento per scontare la pena equivalente all'ergastolo perche' occorre che Chico accetti ufficialmente la condanna e quindi l'accusa di essere un assassino, tenendo da conto che il trasferimento potrebbe anche essere negato in uno dei tanti passaggi della richiesta. Accettando la condanna, Chico , nel caso di diniego della stessa, si chiuderebbe ogni ulteriore possibilita' futura di impugnare la sentenza e farebbe il gioco che stanno aspettando qui. e cioe' metterlo a tacere ( giuridicamente) per sempre! Questa e' la vera sentenza definitiva!».
A questo punto resta in piedi l’intervento diplomatico del Governo. «Questa sarebbe certamente la soluzione più logica, semplice e breve ad un caso così complicato e con tanti retroscena che coinvolgono troppa gente e che ha determinato questa condanna ingiusta, iniqua , al di fuori di ogni regola giuridica , processuale e dove una condanna non solo viene inflitta senza garanzia di colpevolezza "oltre ogni ragionevole dubbio" ma addirittura in "assenza di ogni qualsiasi prova". Una condanna all'ergastolo senza sconti basata su una "impressione di colpevolezza" da parte del prosecutor, credo che debba stare negli annali della Giustizia mondiale! Il nostro Governo non sembra pero' per il momento sposare la tesi di affrontare senza timore reverenziale i vertici del Governo e Giustizia Usa . Ci sono degli ostacoli di cui sentiamo la presenza, che abbiamo visto in tutti i nostri precedenti appelli ai nostri governanti (da Mastella a Frattini a Berlusconi ), sempre rimasti poi nel vago e senza alcuna attivita' a favore della causa di Chico Forti».