Cetto, ristrutturazioni sì ma «chiavi in mano»

La formula vincente di un’attività che fu avviata nel 1968 a Gardolo Il titolare Mauro: «Una volta c’era moquette ovunque, oggi solo mattonelle»


di Daniele Peretti


TRENTO. È stato Francesco Cetto a portare per primo a Trento l'idea della ristrutturazione chiavi in mano. «Papà - ricorda il figlio Mauro - nel 1968 aprì il negozio che allora era in piazza a Gardolo, dove si vendevano anche linoleum e moquette. Era il periodo del boom edilizio e mio padre insieme ad altri artigiani decisero di collaborare per consegnare ai clienti gli appartamenti ristrutturati con la formula chiavi in mano». Funzionò? «Decisamente molto bene, tanto che ancora oggi faccio la stessa cosa: il cliente deve solo scegliere i materiali ed al resto pensiamo tutto noi». E proprio per togliere ogni pensiero al proprietario nel negozio di via 4 Novembre si possono scegliere anche le cornici, ma non solo: «Siamo specializzati – interviene la moglie Patrizia Barbi – nella riparazione dei binari delle tende che abbiamo anche in vendita in vari modelli».

Scusate ma non dovreste essere un negozio di pavimenti? «L'idea di fondo è quella, poi però abbiamo deciso di allargare l'offerta. Siamo specializzati nei pavimenti in ceramica anche con l'ultima novità del finto legno, arredo ed accessori da bagno».

La storia del negozio Cetto parte nel 1968, quando papà Francesco inizia un'attività di posatore per terzi. Cinque anni dopo apre - insieme alla moglie Maria Luigia - il primo negozio, che nel 1978 trasferisce in piazza vicino alla chiesa dove resta fino alla cessione dell'attività al figlio Mauro, che nel 2001 si trasferisce nell'attuale sede di via 4 novembre.

Com'è cambiato il mercato in questi anni? «Quando abbiamo aperto, praticamente si vendeva solo moquette: l'avrebbero messa anche in bagno! Oggi non c'è più assolutamente richiesta. Qualcuno si informa per il linoleum, ma non c'è rapporto tra costo e durata e così la richiesta è praticamente solo per le mattonelle, che durano anche vent'anni».

La messa in opera più lontana? «A Manfredonia, ma sempre senza fare pubblicità. Per noi vale molto di più – sottolinea Mauro – il passaparola che i clienti fanno, solo se sono soddisfatti».

L'intervento più particolare? «Sulla collina di Trento, quando ci hanno chiesto di rivestire la piscina con dei marmi particolari, come particolari erano anche le richieste per gli interni. Ma l'abbinamento più impegnativo, resta sempre l'abbinamento piastrella, legno e tessuto». Il nonno era nativo di Selva di Levico ed era dipendente della Ferriera ed al papà come venne l'idea di mettersi in proprio? «Il mercato era diviso in due parti: le imprese e i privati. Francesco ha puntato sui secondi e non ha sbagliato. Partiva al lunedì per tornare solo al sabato per andare a lavorare o in Rendena oppure in Primiero,perché là c'era meno concorrenza e così ha potuto gettare le basi per un'attività che “gira” bene anche dopo quasi mezzo secolo».













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