Centrosinistra, è stallo sul candidato
Slitta il vertice di lunedì prossimo. L’Upt divisa prende tempo, c’è chi scommette ancora su Pacher
TRENTO. È stallo nel centrosinistra sulla scelta del candidato alla presidenza. Ieri la coalizione si è riunita - coordinata dal presidente del Pd Roberto Pinter - per mettere a punto la carta d’intenti e su questo fronte il clima viene definito da tutti sereno e costruttivo: il documento conterrà quattro macroaree, una istituzionale (con i nodi della riforma della Regione, la rivisitazione delle Comunità di valle e la riorganizzazione della Pubblica amministrazione), l’area lavoro-economia-innovazione, quella territorio-ambiente-mobilità, infine il tema dei diritti e della cittadinanza.
Ma è sul fronte della leadership che la maggioranza non riesce ancora a individuare una soluzione: convergenza su uno dei candidati in campo o primarie? Per ora si prende tempo. Tanto che il vertice di coalizione previsto per lunedì prossimo slitterà (ufficialmente per impegni romani dei parlamentari). «Qualche giorno in più può essere utile», commenta un dirigente del Pd. Ma la sensazione è che la situazione non si stia sbloccando. Per i Democratici l’accordo politico passa per una convergenza sul nome dell’assessore all’industria Alessandro Olivi, il nome più coalizionale tra quelli in campo (Zeni e Borgonovo Re). Ma se da un lato non emergono pregiudiziali assolute da parte degli alleati (il Patt conferma il proprio candidato Ugo Rossi ma si dice pronto a discutere), dall’altra l’Upt prende tempo e appare divisa al suo interno tra due linee. Un’ala disposta a trattare il sostegno al candidato del Pd, anche considerando il rischio per l’Unione di arrivare terza in caso di eventuali primarie di coalizione, e un’ala che invece considererebbe questo come un cedimento all’alleato e teme che l’effetto sarebbe un’emorragia di elettori verso Progetto Trentino di Grisenti.
Da Lorenzo Dellai, impegnato a Roma, ancora non è arrivata un’indicazione netta. Ma a meno di sorprese dell’ultim’ora, non sono emerse alternative di peso ai nomi sul tavolo. Ed è proprio davanti a questo quadro che nei corridoi della politica trentina si va prefigurando un terzo scenario. Niente accordo politico, niente primarie (che a questo punto - visto lo slittamento del vertice di lunedì - sarebbero organizzate sempre più in extremis), e quindi di fronte all’impasse della coalizione, una nuova richiesta - questa volta corale - a Pacher perché ci ripensi e faccia il «salvatore» del centrosinistra. Come Napolitano a Roma. Il presidente reggente ha più volte escluso questo scenario («Le situazioni non sono paragonabili»), eppure dentro l’Upt (e in una parte del Pd) qualcuno ancora ci spera. Una strategia del tirare la corda che comincia ad irritare gli alleati. Il Pd oggi riunisce il proprio coordinamento, a cui parteciperanno due dei tre candidati (Zeni e Olivi), c’è chi tornerà a chiedere con forza le primarie, ma la decisione passa per il tavolo della coalizione. E i tempi non sono ancora maturi.
(ch.be.)