Centro commerciale di LavisLa Provincia riallarga la cubatura
Nella riforma sul commercio in discussione in Consiglio è contenuto il sostanziale «dietrofront» della giunta provinciale sul centro commerciale di Lavis per il quale sono eliminati i limiti di cubatura. Si tratta del famoso emendamento Olivi
TRENTO. Uno degli effetti meno evidenti ma forse più impattanti nel medio-breve periodo della riforma sul commercio in discussione da ieri in Consiglio è contenuto negli ultimi articoli, nascosto tra numeri di norme e commi da abrogare. Si tratta del sostanziale «dietrofront» della giunta provinciale sul centro commerciale di Lavis per il quale sono eliminati i limiti di cubatura.
L’articolo 71 del testo di riforma prevede una lunga serie di abrogazioni di altre norme attualmente in vigore. Una di queste è la vecchia legge sul commercio, la numero 4 dell’8 maggio 2000, modificata di recente da un altro articolo, il numero 39 della legge 3 marzo 2010, quello nel quale venne introdotto il famoso «emendamento Olivi» che bloccava - di fatto - la costruzione del mega-centro commerciale di Lavis, riducendone di molto la superficie (da 7000 metri quadrati a 1500). La riforma del commercio prevede che quelle norme vengano abrogate con l’effetto immediato di riportare alle vecchie cubature il progetto in località Masere. L’unico nuovo limite imposto ai costruttori rispetto alla vecchia normativa riguarda l’utilizzabilità degli spazi: non più libera, ma vincolata ad una coerenza commerciale rispetto all’originaria licenza. Tradotto: non più far west di negozi di qualsiasi tipo, ma uniformità nella proposta commerciale. Questo è l’intendimento della giunta che, ora, dovrà essere passato al vaglio dell’aula per l’eventuale approvazione.
Diciamolo pure: sull’area di Lavis si è consumato un pasticcio. Prima il blitz della giunta in febbraio per bloccare in fretta e furia l’avanzare del centro commerciale alle Masere si è scontrato con la bocciatura del Tar, adito dai costruttori di Area 51. Poi la volontà della stessa giunta di resistere in giudizio fino alla decisione - di fronte al rischio (quasi una certezza) - della bocciatura anche nel merito del blocco della cubatura - di cedere le armi ed abrogare l’articolo di legge che conteneva il vincolo. Dal punto di vista strategico non proprio un capolavoro.
L’assessore Olivi spiega che «benché in una superficie che torna ad essere di 7000 metri quadrati, ora il centro commerciale dovrà rispettare la filosofia della nuova legge, che vieta il dilagare di singole licenze di vendita non coerenti con quella iniziale».
Con il ritorno del centro commerciale «extra-large» in località Masere si ripropone anche il problema delle domeniche di lavoro che, necessariamente, anche a Lavis aumenteranno: «Ma la giunta comunale di Lavis - attacca Walter Largher della Uil - dovrebbe prendere una decisione non facile che decreterebbe di fatto la chiusura delle botteghe del centro».
Parlando di domeniche, ieri in consiglio si è registrata un’altra novità. Sull’aumento delle aperture la giunta è rimasta sulle proprie posizioni, ma è stato dato via libera ad un emendamento e ad un ordine del giorno del consigliere Dorigatti che impegna la giunta a favorire il confronto tra sindacati (che stamattina faranno un presidio davanti al consiglio) e imprese del commercio per incentivare la contrattazione di secondo livello con lo scopo di dare una definizione a livello territoriale di orari e aperture domenicali.
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