Cento telecamere puntate sul centro di Trento

Già iniziata l’installazione degli 80 «occhi elettronici» che integrano i 20 già attivi. Lavori conclusi entro novembre


di Giuliano Lott


TRENTO. E' iniziata l'installazione delle telecamere per la videosorveglianza, che gli operai del Comune stanno montando in centro nelle zone considerate a maggior rischio. Le telecamere sono un'ottantina e vanno ad integrare le circa venti già posizionate. "Occhi elettronici" che terranno controllate le strade ritenute più pericolose dal Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, tra le quali le zone prossime alla stazione ferroviaria, ma anche incroci e rotatorie, facendo intuire un probabile impiego anche per la viabilità.

«Nella sostanza abbiamo accolto le indicazioni delle forze dell'ordine - spiega l'assessore ai lavori pubblici Italo Gilmozzi -, che in sede di Comitato avevano segnalato tutte le strade cittadine poco protette, che necessitano cioè di essere tenute d'occhio». Le operazioni sono iniziate da circa tre settimane: collocare e cablare tutte le telecamere, in modo che trasmettano le immagini in tempo reale alle stazioni operative di polizia locale, carabinieri e polizia di Stato prenderà circa un mese di tempo, vale a dire che la rete di telecamere sarà operativa entro novembre, come da programma. Così era stato infatti promesso all’indomani della sanguinosa guerriglia tra gruppi di stranieri l’estate scorsa. Alla fine dei lavori, le telecamere saranno un centinaio. E' evidente però che non bastano cento "occhi" per presidiare la città, il materiale filmato - in caso di necessità - dovrà essere integrato dalle indagini tradizionali, dal lavori sul territorio di agenti e militari. Un successo, seppur anticipato, le telecamere lo hanno fatto registrare a fine luglio, in occasione della guerriglia scatenata in centro da un gruppo di stranieri che solo per un caso fortuito non ha provocato decessi. In quel caso, le poche telecamere già operative in centro, di nuova generazione, dotate cioè di ottiche abbastanza sensibili per poter riconoscere i tratti somatici del volto, erano state decisive nelle indagini che i giorni seguenti agli scontri hanno condotto all'arresto dei responsabili, riconosciuti proprio grazie ai filmati. Non tutti però vedono la novità in una chiave positiva, c'è chi anzi mal sopporta la presenza pervasiva di strumenti di controllo. Non certo perché favorevole al crimine, ma perché ritiene limitato, o leso, il diritto alla privacy dei cittadini che non delinquono, cioè la stragrande maggioranza, i cui comportamenti per strada possono essere passati al setaccio in qualsiasi momento ad arbitrio degli investigatori. In questo però Trento arriva tra gli ultimi: in quasi tutte le città del nord Italia la telesorveglianza è realtà quotidiana da tempo.

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