Cene, libri e cellulari: ecco le spese contestate ai politici
Nel mirino della Corte dei Conti i rendiconti dei gruppi consiliari nel 2013 Poca trasparenza e qualche acquisto sospetto: 30 giorni per chiarire
TRENTO. Bocciati. O se preferite, rimandati a settembre. Materia da recuperare: trasparenza. Il professore è la Corte dei Conti e gli alunni sono i consiglieri provinciali, mai stati nell’occhio del ciclone come in questi giorni. Non ne azzeccano una, proprio. E così, mentre l’opinione pubblica si indigna (giustamente) per le cifre astronomiche rimborsate per le pensioni di lorsignori, i giudici contabili in silenzio fanno il proprio certosino lavoro di controllo. Verificano, spulciano, confrontano. E mica si fanno fregare facilmente, i magistrati. Al setaccio della giustizia contabile sono stati in queste settimane i rendiconti dei gruppi consiliari per l’anno 2013. Non se n’è salvato uno.
Le spese in questione sono quelle per l’attività politica e istituzionale. Ebbene, neanche uno tra gli 11 gruppi che componevano lo scorso consiglio provinciale ha superato l’esame. Cene senza pezze d’appoggio, telefoni cellulari acquistati pochi giorni prima delle elezioni, migliaia di euro spesi in biglietti da visita, rimborsi privi del minimo giustificativo. Non si salva nessuno. Chi più, chi meno, tutti colpevoli - per citare la Corte - «di carenze e irregolarità documentali».
Avvertenza d’obbligo: qui non stiamo parlando di un altro «caso Fiorito». Siamo lontani anni luce (e migliaia di euro) da quello scandalo nazionale. Ma la bocciatura che la Corte ha rivolto ai gruppi consiliari è l’indice di una attitudine alla trasparenza che non appare ancora ben rodata e di un rapporto con i soldi pubblici che in qualche caso risulta quantomeno superficiale.
Il documento da cui tutto trae origine è la delibera della Corte dei conti numero 5 del 2014. La data di deposito è recentissima - 3 marzo - e la firma in calce è quella del presidente facente funzioni della sezione di controllo Paolo Valletta. Sono 21 pagine ricche di dotti richiami legislativi. Ma la parte più interessante non è contenuta nel dispositivo della sentenza. No, sono gli allegati. Undici, come il numero dei gruppi consiliari le cui spese sono state controllate dai magistrati. Le contestazioni sono di diversa gravità. E mentre in qualche ipotesi le mancanze sono minime, in altri casi i rendiconti sembrano degli inquietanti colabrodo. E allora vediamoli uno ad uno.
Unione per il Trentino
Il gruppo è tra i più virtuosi e precisi. Contestate solo 36,99 euro di spese telefoniche e 127 euro di commissioni bancarie.
Amministrare il Trentino
Non vi è traccia di 82 euro spesi per la redazione e stampa di documenti; numerose (benché di scarso ammontare) le contestazioni per spese postali; 460 euro per spese di cancelleria e stampati risultano poco chiare così come un migliaio di euro per l’acquisto di giornali e riviste. Curiosa l’ultima contestazione: 94,36 euro per l’acquisto di cialde di caffè, bustine di zucchero e palette: «Cosa c’entrano con l’attività istituzionale del gruppo?» - si chiede la Corte.
Civica per Divina
624 euro di libri non specificati: quali sono i titoli? Questa la prima di una lunga serie di contestazioni per l’acquisto di quotidiani e riviste rivolte dalla Corte dei Conti. Alla voce “spese di rappresentanza” c’è invece da sbizzarrirsi. Pranzi e cene si sprecano, con la Corte che per ciascuno di esse chiede di documentare l’inerenza con l’attività istituzionale del gruppo. C’è poi l’acquisto di 30 bottiglie di Rotari (278 euro) e una lunga serie di acquisti di cibo e bevande per festeggiare i 90 anni di Maria Romana Degasperi ad insospettire i giudici. Anche la Civica Divina dovrà poi giustificare 323 euro per l’acquisto di 850 cialde di caffè e infine il noleggio di un’auto: 240 euro.
Gruppo misto
699 euro per un telefono Wind blackberry, acquistato da Elettrocasa una settimana prima della fine legislatura. E’ la spesa più sospetta (mal) documentata dal Gruppo misto per la quale la Corte chiede di specificare sia l’inerenza all’attività del gruppo e poi la destinazione del bene a fine legislatura. Ci sono poi altre spese per l’acquisto di materiale informatico (tra cui la cover per un iPad - 49 euro). Al gruppo misto, nel 2013, hanno poi speso 786 euro per un proiettore e 992 euro per una copiatrice: perché? - chiede la Corte.
Italia dei valori
3500 euro per una consulenza per la «fornitura di servizi e interventi creativi fra immagini e visual concert» per un incontro al Cafè de la Paix. E’la voce più consistente per la quale i giudici chiedono chiarimenti, soprattutto su qualifica e competenze del prestatore di servizi. Seguono altre spese minori.
Lega Nord
Oltre al massiccio acquisto di quotidiani (1.600 euro da aprile a novembre), la Corte vuol vederci chiaro anche su una consulenza da 6.100 euro sulle «necessità ed aspettative dei cittadini» per «migliorare la qualità legislativa del Gruppo». Per i magistrati l’«oggetto dell’incarico è generico».
Partito Democratico
Tutto bene, se non fosse che - secondo i magistrati - non risultano pezze d’appoggio per spese per un ammontare di 7.200 euro.
Patt
Un po’ di disordine nel recupero delle spese telefoniche (per un ammontare di oltre 3000 mila euro)e delle spese di cancelleria. Per il resto, conti in ordine.
Popolo delle Libertà
Un vero disastro. Almeno a giudicare dal numero e ammontare di contestazioni sui conti per le quali la Corte chiede spiegazioni. Partiamo con le spese di stampa: ben 4.356 euro di carta da lettera, buste e biglietti “Giorgio Leonardi” e “Mauro Delladio”. Ci sono poi i soliti quotidiani e riviste - quasi 4000 euro in pochi mesi - per l’acquisto dei quali le modalità di pagamento non sono rintracciabili. Ma è sulle spese di rappresentanza che il gruppo del Pdl avrebbe - secondo i giudici - le carenze più gravi in fatto di trasparenza. Ci sono 2.420 euro di rimborsi al consigliere Borga di cui non vi sarebbe traccia e lo stesso per 650 euro in favore dell’ex consigliere Pino Morandini.
Unione autonomista ladina
Scrupoloso il lavoro di rendicontazione del consigliere della Ual Luigi Chiocchetti. Contestate poche centinaia di euro di acquisto giornali e una sola fattura di 30 euro per un pasto nel giugno dell’anno scorso.
Verdi e democratici del Trentino
Quasi 1000 euro di affrancature varie per le spese postali per le quali manca la documentazione relativa all’attività del gruppo; oltre 1000 euro di spese per l’acquisto di toner la cui destinazione non risulta quella dell’ufficio del gruppo e infine un centinaio di euro di acquisto libri. Ecco le contestazioni per i Verdi.
Questi dunque i rilievi della Corte dei Conti che ha concesso ai gruppi consiliari 30 giorni di tempo per integrare la documentazione. Se ancora dovessero risultare lacune, a questo punto scatterebbe l’obbligo di rimborso all’erario. Un dettaglio: la stessa attenzione sulle spese non potrà essere rivolta ai conti dei gruppi in Regione. Fino a quest’anno per quelli non valeva alcun obbligo di rendicontazione dettagliata.
lucapeter_73