Celiachia: 5000 malati in Trentino

I casi accertati sono 1280, in maggioranza donne. Crescita del 10% all'anno


Paolo Piffer


ROVERETO. Si stima che in Trentino i malati di celiachia siano 5000 di cui solo 1280 diagnosticati. Perché questa patologia, caratterizzata dall'intolleranza al glutine con conseguenti problemi gastrointestinali e che può provocare anche depressione, ansia, disturbi sessuali e del comportamento fino all'autismo infantile, è spesso di difficile individuazione. Tre "intolleranti" su 4 sono donne, l'età media è in aumento. E i malati crescono ad un ritmo del 10% all'anno. Se a queste già gravi menomazioni si aggiunge il disagio relazionale - visto che chi ne è colpito altro non può fare che sottoporsi ad una dieta rigorosa eliminando dalla pasta al pane, dalla pizza ai biscotti, per fare solo qualche esempio - si capisce il perché la celiachia sia ormai, per legge nazionale, una malattia sociale. Non potersi comportare normalmente nell'accettare un invito a cena o ad un buffet, o semplicemente avere difficoltà nel mangiare fuori casa, e comunque essere sempre con i prodotti senza glutine in mano, comporta dei problemi, crea disagio. Ieri, nella sede di Trentino Sviluppo, si è svolta l'assemblea annuale dell'Associazione italiana celiachia del Trentino che raccoglie circa 1000 soci (158 in Vallagarina). Un appuntamento di rilievo, è stato sottolineato, in quanto si è alla vigilia della discussione in Consiglio provinciale (il 6 e 7 aprile), del disegno di legge del consigliere Pino Morandini (Pdl), ma che ha trovato una'accoglienza bipartisan, sugli "interventi a favore delle persone malate di celiachia". «Legge - ha sottolineato Morandini, presente con l'assessore alla salute Ugo Rossi all'assemblea dell'Aic - che a livello territoriale è unica in Italia ma anche in Europa» (a livello nazionale c'è la legge quadro nazionale 123 del 2005, n.d.r.). Oggi ogni celiaco può godere di un buono mensile di 198 euro da spendere in farmacia (in provincia sono meno di 10 quelle che hanno in vendita i cibi adatti). Con la nuova legge, se approvata, si avrà diritto alla gratuità dei prodotti dietoterapeutici che si potranno comprare anche nei negozi della grande distribuzione o in altri. In pratica la Provincia potrà assegnare al malato una somma annua, erogabile anche mensilmente. Inoltre, su richiesta dell'interessato, le mense provinciali, comunali, le scuole per l'infanzia, gli istituti scolastici e gli ospedali prepareranno pasti senza glutine. Ancora, ai ristoratori che proporranno menù per celiaci (attualmente, in provincia, sono una trentina) saranno assegnati contributi per l'acquisto degli utensili e delle attrezzature del caso ma anche per le opere di ristrutturazione dei locali in modo da evitare contaminazioni da glutine. La legge punta molto anche sulla prevenzione: potenziando la diagnosi precoce, i test diagnostici, la formazione del personale sanitario, ma anche delle scuole alberghiere, nonché la sensibilizzazione dei cittadini. L'assessore Rossi ha detto che «questo provvedimento è un traguardo importante, trasversale, che risponde ad una patologia sociale». Per il presidente dell'Aic Massmo Fotino «questa assemblea si può ben definire storica, un traguardo significativo per l'associazione che ha dato il suo contributo all'iter di una legge fondamentale».

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