Celebrazioni dell'unità d'Italia I politici trentini si dividono
Metà consiglio contro l'organizzazione degli eventi trentini nel 2011
TRENTO. La mozione di per sé non era stata un gran segno di unità: la votò solo mezzo consiglio provinciale, perché l'altra metà si astenne o votò contro. E nessuno si meraviglia se scopre che i voti seccamente sfavorevoli arrivarono dalla Lega. Qualche sopracciglio alzato, invece, ci potrebbe essere sapendo che ad astenersi sono stati i pidiellini, cioè i portatori di quella linea nazionale difesa dalla tradizione del centrodestra a tutti i livelli. La mozione sulle celebrazioni dell'unità d'Italia votata in consiglio provinciale a giugno questa volta fa discutere nientemeno che i giornali nazionali. Per la verità è il Giornale di Feltri che lancia una frecciatina all'Alto Adige e al Trentino che si sono dimostrate "freddine" all'evento dell'anno prossimo, cioè la commemorazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia. A Bolzano addirittura il problema non si è minimamente posto - commenta sarcasticamente il quotidiano - mentre in Trentino una mozione di proposta è stata approvata a stento.
In effetti è stato proprio così: 15 voti a favore, 8 astenuti e 6 contrari. Scontato, si diceva, che la Lega non fosse felice di approvare una proposta di celebrazioni. Qualcuno, svicolando, aveva avanzato questioni di finanziamenti e soldi che sarebbe stato meglio spendere in modo più costruttivo, altri (come Savoi, per esempio) aveva detto chiaramente che il paese federale che il Carroccio ha in mente non ha nulla a che fare con il tricolore (solo Casna aveva optato per l'astensione). Il Pdl, pur dichiarandosi favorevole alle celebrazioni, ha bocciato la parte relativa all'organizzazione di eventi di approfondimento, temendo strumentalizzazioni politiche.
Un'astensione è arrivata anche da Mauro Ottobre, autonomista, che senza tanti giri di parole ha detto che la storia del Trentino è diversa da quella che ha portato all'unità d'Italia.
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