«Cei, biotopo a misura d’uomo»
Il comune di Villa ai detrattori: compromessi per far convivere natura e turisti
VILLALAGARINA. Non sono paradossi, ma compromessi. E la differenza non è tanto linguistica, ma soprattutto nel punto di vista.
L’amministrazione di Villa - la voce è quella del vicesindaco Romina Baroni - non accetta l’immagine negativa del lago di Cei raccolta damolti dei suoi residenti ed operatori economici. Ed invita ad avere uno sguardo meno miope: consapevole dalla storia, del lago e del biotopo, del presente e del futuro. Che non liquidi insomma con «nulla» gli sforzi che si sono fatti e si fanno e, magari, valuti costruttivamente le potenzialità del luogo e si metta in gioco per sfruttarle al meglio. Con i limiti imposti da regole che sono, appunto, il frutto di vent’anni di mediazione.
Baroni parte da lontano, ma è inevitabile farlo. Dalla prima legge provinciale del giugno 1986 che istituiva il biotopo. Con criteri rigidissimi di tutela e vincoli oggettivamente incompatibili con l’uso storicamente consolidato di quell’area. Tanto che proprio a Cei nacque un comitato contro il biotopo.
Ci erano voluti 11 anni per arrivare - marzo 1997 - alla situazione attuale. Una porzione del biotopo a tutela praticamente integrale, l’altra con vincoli meno restrittivi: quella che comprende le case e la porzione di lago normalmente utilizzata dai bagnanti. Nella quale sono state imposte regole a tutela della delicatezza dell’ambiente di Cei, ma senza impedire l’utilizzo «storico» del lago e delle abitazioni che su esso insistono. Un compromesso, appunto, che voleva e vuole far convivere uomini e ambiente, tutelando la unicità dell’area umida di Cei-Prà dell’Albi e al tempo stesso non precluderne la fruizione a gitanti e bagnanti.
Nel frattempo però, ricorda l’amministrazione di Villa, i passi avanti compiuti sono stati notevolissimi, e in entrambe le direzioni. Cei ha avuto acquedotto e fognature, e non è poco visto che prima gli scarichi delle case erano a dispersione, con effetti immaginabili anche sul lago. Dal 2005 c’è un gabinetto pubblico a disposizione dei turisti di giornata. La balneazione è vigilata per garantirne la sicurezza. Il comune ha realizzato un parcheggio da 100 posti al Capitel de Doera. Dalla primavera all’autunno, una squadra di manutenzione si occupa dell’area. Passi importanti si sono compiuti anche nella dimensione più naturalistica: è stato approntato un percorso naturalistico e allestito un Centro Visitatori, dove tutte le domeniche si possono avere informazioni.
Resta il nodo della ex colonia. Nata albergo Stivo, poi colonia, oggi «residenza Le Ninfee». Il parcheggio è fuori dall’area tutelata. L’accesso non si poteva non garantire, come a ogni proprietà. Sulla strada tornerà la stanga e già oggi ci sono severe limitazioni al transito. Ma per il resto non si può che richiamare alla civiltà e collaborazione, al rispetto reciproco e delle regole, da parte di tutti. (l.m.)
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