Trento

Catena umana: quasi in 300 al Brennero contro le barriere

Molti rappresentanti politici della Regione e della società civile si sono dati appuntamento per protestare contro le restrizioni austriache che limitano l'afflusso dei profughi



TRENTO. Sono quasi 300 le persone, rappresentanti politici ma anche della società civile, che si sono trovate al Brennero per formare una catena umana per protestare contro le barriere al Brennero. Per la Provincia di Trento sono presenti il presidente Ugo Rossi, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, numerosi consiglieri provinciali ed i sindacati. In rappresentanza di quella di Bolzano partecipano il vice-presidente Christian Tommasini e l'assessore Richard Theiner. 

Presente anche il parlamentare Ue della Svp, Herbert Dorfmann. Come annunciato venerdì 19 febbraio sono scattate le restrizioni: l’Austria non accetterà più di 80 domande di asilo al giorno e non verranno fatte transitare più di 3.200 persone, sempre al giorno, dirette in un altro Paese.

Catena umana al Brennero contro le barriere

In 300 hanno dato vita alla catena umana al Brennero per dire un forte "no" al ritorno delle barriere e al passo indietro rispetto a Schengen. Le foto 

Nell’anno in corso non saranno accolti più di 37.500 profughi. Ed entro la primavera, salvo ripensamenti, verranno installate delle recinzioni al Brennero, come a Spielfeld, sul confine sloveno, per bloccare i profughi in fuga da guerre e miseria. In una conferenza stampa ad Innsbruck, il capitano del Tirolo Günther Platter ha annunciato che per evitare ripercussioni sulla circolazione, nei controlli al confine oltre alla polizia verrà impiegato l’esercito. Quella di venerdì al Brennero è stata una giornata normale, ma ci si prepara al peggio:  le due  Province pensano all’allestimento di tendopoli e all’installazione di una novantina di container per ospitare i profughi respinti dall’Austria.













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