"Caso Grisenti, io me ne vado dall'Upt"

La lettera di Manuela Bottamedi, consigliera comunale a Lasino, che ha deciso di lasciare l'Upt dopo le recenti prese di posizone del partito a seguito della condanna dell'ex assessore



TRENTO. Ecco la lettera di Manuela Bottamedi, consigliera comunale a Lasino, che ha deciso di lasciare l'Upt dopo le recenti prese di posizone del partito a seguito della condanna dell'ex assessore.

"Settembre 2010: il consigliere provinciale UPT Giorgio Lunelli mi propone di candidarmi alle elezioni della Comunità della Valle dei Laghi; accetto volentieri perché l'obiettivo della segreteria Upt mi pare sia quello di avviare un laboratorio politico aperto alle diverse esperienze civiche e territoriali. La campagna elettorale si rivela terreno di confronto fertile e vivace tra persone libere e di diversa estrazione culturale, professionale e sociale, unite dal desiderio di partecipare attivamente al governo del proprio territorio, e animate dall'entusiasmo di dare un contributo personale all'amministrazione locale.

Dopo le elezioni della Comunità di Valle il consigliere Lunelli prosegue nel solco così tracciato del partito-laboratorio e crea un Tavolo di confronto-discussione-riflessione aperto ai rappresentanti di alcune liste civiche trentine. Questo progetto politico libero e aperto si interrompe il 26 ottobre, quando il signor Silvano Grisenti viene "reintegrato" nel partito, dove potrà liberamente esercitare la sua attività politica, con la sola restrizione (imposta dallo Statuto) al diritto di elettorato passivo, almeno fino al pronunciamento di terzo grado della Cassazione (tra un anno).

Quel 26 ottobre significa per me la fine dell'anima più aperta, sperimentale e innovativa dell'Upt e il ritorno alla sua parte più democristiana, centrista e clientelare. L'anima corrotta e corruttibile del "fare a tutti i costi", punita dal Tribunale di Trento una quindicina di giorni fa, viene ora riabilitata dal partito, che non è in grado di esprimere scelte coraggiose ma si piega alla logica della conta delle tessere (e quelle grisentiane pesano ovviamente molto).

Non riconoscendomi più in questa compagine che guarda al passato anziché al futuro, che ragiona con le logiche degli anni '80 e '90 anziché accogliere nuove sfide e aprirsi a nuove categorie di pensiero politico, non mi resta che riconsegnare la tessera Upt che avevo sottoscritto la scorsa primavera.  Mi piacerebbe sapere quanti tesserati, simpatizzanti ed elettori dell'Upt la pensano come me, visto che il coordinamento del partito ha deciso senza nemmeno consultare la base (dando un pessimo esempio di democrazia diretta e partecipata dal basso)".













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