Caso Borgonovo Re la maggioranza oggi alla prova dell’aula
L’impegno è di respingere la mozione delle minoranze Ma poi il governatore ritirerà le deleghe alla sua assessora
TRENTO. Resa dei conti rinviata nella maggioranza, che oggi affronta una giornata ad alto rischio in aula, dove alle 14.30 si discuterà (e, a meno che non intervenga prima qualche novità, si voterà con l’incognita dello scrutinio segreto) la mozione delle minoranze che chiede il ritiro delle deleghe dell’assessora alla salute Donata Borgonovo Re. Nonostante gli annunci di inizio settimana del governatore Ugo Rossi («La situazione va chiusa entro venerdì»), fino a ieri nessuna decisione è stata comunicata alla maggioranza. Si va dunque al test dell’aula, dove il centrosinistra autonomista - come chiesto dal Pd, il partito di Borgonovo Re - arriva intenzionato a respingere la mozione, passaggio considerato un indispensabile test di compattezza per il centrosinistra. Da regolamento a intervenire dovrebbe essere il solo presidente Rossi, e la maggioranza rimanere (diligentemente) silente.
Una situazione che ha del surreale, visto che la maggioranza compatta non lo è per niente: Upt e Patt hanno chiesto la testa di Borgonovo Re, e anche nel Pd la sua uscita dalla giunta è considerata scontata. Il governatore ha ribadito a più riprese che la fiducia è venuta meno per motivi legati non tanto al merito (la riorganizzazione della rete ospedaliera e la chiusura dei punti nascita affondano le radici nella scorsa legislatura quando l’assessore alla sanità era lo stesso Rossi), quanto al suo metodo di lavoro, considerato troppo tifoso e poco collegiale. Il cambio alla guida della sanità è dunque questione di giorni, ma arriverà - questo appare il timing - solo dopo aver respinto al mittente l’iniziativa delle opposizioni. Su questo le pressioni delle ultime ore su Rossi si sono moltiplicate, da Tonini a Dellai. «Non possiamo farci dettare dalla minoranza i tempi su una competenza che è del presidente», garantiva ieri l’assessore Upt Mauro Gilmozzi, «noi abbiamo posto un tema politico sugli ospedali di periferia. Non mi interessa chi lo porta avanti. Troveremo una soluzione, prima o dopo il consiglio è un fatto relativo, senza rincorrere i giochi pur legittimi della minoranza». «Piena fiducia nel presidente», gli fa eco il ladino Giuseppe Detomas (Ual), «se devo dire qualcosa lo dico apertamente, non faccio scherzi nel segreto dell’urna. Respingere la mozione delle minoranze è l’abc della politica. Per me non c’è una questione personale con l’assessora Borgonovo, anzi possono esserci gli spazi per riallacciare un filo. Il problema è politico e riguarda la garanzia dei servizi sanitari e non solo sul territorio». Dichiarazioni da pompieri dopo quelle che la scorsa settimana avevano portato la giunta sull’orlo della crisi dopo la notizia trapelata sull’incontro di Borgonovo Re con primari e ostetriche per preparare la chiusura dei punti nascita di Tione e Cavalese nel caso non arrivasse la deroga chiesta al ministero. «La nostra fiducia nei confronti dell'assessora è fortemente compromessa, così non si può andare avanti», aveva tuonato il capogruppo Upt Gianpiero Passamani. «I fili sono molto sfilacciati e riannodarli comporterebbe qualche strascico», le parole di Detomas. L’avversione dei consiglieri Upt, Degodenz e Tonina in testa, nei confronti della linea di Borgonovo Re è evidente da tempo. Riuscirà la maggioranza, nel segreto dell’urna, a tenere tutti i suoi pezzi nonostante il tentativo che le minoranze attueranno per insinuarsi in una difficoltà evidente del centrosinistra? Tutti sono convinti che la garanzia arriverà da Rossi, poco prima dell’inizio del consiglio di oggi. Dove mancherà il vicepresidente Alessandro Olivi (Pd): sollecitato dai suoi ad esserci, ha comunicato di non riuscire a organizzare il rientro in aereo dalle ferie prima di sabato.