Casette in via Roma, baristi felici
Chiedono però di ridurre la parte food e una disposizione più allargata
ROVERETO. «Buona la prima», verrebbe da dire. Le casette del mercatino in via Roma, rispetto a corso Rosmini, hanno creato forti concentrazioni di persone, soprattutto nella parte sud, quella vocata alla gastronomia. Ma i benefici di tante presenze turistiche si sono riflessi anche nei bar del centro storico? Lo abbiamo chiesto direttamente agli esercenti. E le risposte sono contrastanti: chi ha apprezzato, chi invece ha criticato.
Rita Bianchi, Carlo e il figlio Lodovico Trentini gestiscono il bar "La Piazzetta". «Si correva parecchio, abbiamo lavorato benissimo, con tantissimi turisti rispetto agli altri anni». Il rito del brulè «non ci ha rubato potenziali clienti, anzi». La scelta di via Roma va bene, ma i gestori muovono un paio di appunti. «Al mercatino mancano i wc chimici e nel nostro locale si formavano lunghe code per andare al bagno. Inoltre molti visitatori ci chiedevano se esisteva un bus navetta per la Campana dei caduti». Sorrisi anche alla pasticceria Andreatta. Monica Muraro spiega: «L'esperimento è stato positivo. Siamo contenti, abbiamo lavorato benissimo per 40 giorni. Ma per il prossimo anno è meglio diversificare le tabelle merceologiche, meno food e più casette con artigianato natalizio locale».
In via Scuole, al bar Bianco Danilo Manica conferma il trend positivo negli affari durante il periodo natalizio. «Il movimento è stato importante, c'erano più turisti rispetto agli altri anni. La parte alimentare del mercatino non ha particolarmente inciso sul mio incasso». Per Manica, invece, «si potrebbero chiudere le casette dopo la Befana e modificare l'orario di chiusura, chiudendo al mattino e aprendo fino alle 23. Assurdo chiudere alle 20. La gente è ancora in giro».
In via Mazzini, Alma, storica gestrice del bar pasticceria Muraglia, aiutata da Claudia e Sara, vorrebbe «avere le casette davanti al mio locale. Abbiamo avuto un buon riscontro, la gente veniva al bar per scaldarsi e per andare alla toilette. Non ci vedo niente di male. E' normale. Come pure l'assalto alla zona gastronomica. Succede anche dalle altre parti. Il mercatino in via Roma ha portato un bel movimento in centro». Al lounge bar "La Dolce vita", uno dei due gestori, Lorenzo Zandonai, è critico: «Abbiamo lavorato meno dello scorso anno, ma abbastanza con i turisti, forse perché non avevamo fuori la nostra casetta. Secondo me, per iniziative simili devono essere coinvolti tutti i commercianti del centro. C'erano zone, come piazza Malfatti e piazza Oche, che erano deserte. Occorre una distribuzione più omogenea e un percorso più organico. E dovrebbero mettere meno baldacchini gastronomici, ci portano via lavoro. Servono più stand con prodotti artigianali tipici».
In via Garibaldi, Franco Monaco, dipendente alla Bottega del caffè Dersut, concorda: «In via Roma era tutto troppo stretto. La zona gastronomica era prevalente sugli altri prodotti e creava imbottigliamenti. Le casette devono essere distribuite meglio. In certe zone del centro c'era il deserto. Queste sono iniziative turistiche. Devono studiare un percorso più armonico».