Case «per stranieri», in coda i trentini
Triplicate dal 2010 le persone di nazionalità italiana che hanno chiesto aiuto ad Atas. Ora occupano il 10% degli alloggi
TRENTO. Venticinque anni appena compiuti, ed una mission mai come ora importante e attuale. L’Atas onlus, Associazione trentina accoglienza atranieri, fin dal 1989 si impegna per rinforzare la solidarietà sociale, allo scopo di facilitare i processi di convivenza tra persone di diverse etnie; propone, perciò, servizi ed iniziative mirate, promuove opere sociali e di cultura in linea con i propri valori ed aiuta tutti coloro si trovino in difficoltà, fornendogli consulenza ed interventi concreti.
L’idea è che le potenzialità positive dei fenomeni migratori vadano valorizzate, dando la possibilità agli stranieri di integrarsi nel migliore dei modi, cercando di smussare pericolose disuguaglianze sociali.
Mai come ora, si diceva, un compito importante. Potremmo dire che il traguardo finale sarebbe, stando alle parole dei membri del direttivo, perdere quella “s” che sta per “stranieri”, arrivare ad un’integrazione vera e duratura. Non a caso, il motto che Atas si è data è “tessere relazioni”, perché, ha detto ieri all’assemblea annuale dell’associazione l’assessora alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re, una tela di un solo colore è certo meno bella ed interessante di una intessuta di diverse storie, etnie e nazionalità. «Ci piacerebbe - ha aggiunto l’assessora - poter arrivare a ragionare in una dimensione di comune umanità, non di alterità. Diritti e dignità della persona sono gli stessi per ciascuno di noi. In questo senso Atas ha fatto e sta facendo un gran lavoro».
All’assemblea, naturalmente, si è anche parlato di cifre. I numeri dicono, purtroppo, che quella “s” Atas la sta perdendo anche per un'altra ragione. Uno dei servizi messi a disposizione, in convenzione con la Provincia, sono cinquanta alloggi temporanei, dedicati a singoli o a famiglie, per un totale di 238 posti letto; durante il 2013 queste abitazioni hanno ospitato 353 persone, con un aumento dell’8,2% rispetto al 2010. Ebbene, le persone di nazionalità italiana che hanno richiesto aiuto ad Atas sono triplicate, dal 2010, arrivando ad occupare quasi il 10% degli alloggi. Di fatto si tratta del secondo gruppo nazionale, per numero di utenti (dopo quello dei marocchini, al 13%), e questo non può che significare che il periodo di crisi sta avendo le sue ripercussioni non solo su chi giunge in regione dall’estero, ma anche su chi qui è nato e cresciuto.
Graditissima, per concludere, la presenza dell’ex-Ministro dell’integrazione e delle politiche giovanili Cécile Kyenge, che è intervenuta all’assemblea riflettendo sull’importanza dell’assonanza tra le parole “integrazione e interazione”, perché - ha detto - «dobbiamo evidenziare sempre più la bellezza dell’incontro. L’incontro è una ricchezza, ed il diverso non è una minaccia».
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