Cappelletti tradita dalle «spese pazze»
La funzionaria dell'Azienda sanitaria spendeva 1000 € al mese dal parrucchiere
TRENTO. Costose sedute dal parrucchiere, abiti e scarpe griffate, viaggi in località esotiche e un appartamento alla figlia. Con il passare delle ore emergono nuovi particolari sulla dispendiosa vita di Maria Angelica Cappelletti, la cinquantaduenne di Covelo funzionaria dell'azienda sanitaria in carcere con l'accusa di aver sottratto denaro per 2 milioni e 300 mila euro, e dei suoi famigliari. Una ricchezza, quella dei Cappelletti, che agli occhi dei paesani poteva essere giustificata dalla fiorente attività dell'impresa edile di famiglia. I militari della Finanza, invece, hanno scoperto che una parte di quella montagna di denaro sottratta all'Appss dal 2007 fino al mese scorso era servita anche per evitare che la ditta affondasse. Le indagini portate a termine dalle Fiamme Gialle in soli 40 giorni hanno appurato che sul conto intestato alla donna e a suo marito Mauro Biasiolli, 56 anni, operaio cantoniere ed ex comandante dei vigili del fuoco, erano pervenuti 161 bonifici bancari dal 2006 fino al maggio 2011, per una cifra complessica di oltre un milione e 200 mila euro. Su quello intestato a «Cappelletti Augusto impresa edile» (ditta individuale del padre settantassettenne della donna), nello stesso periodo, erano arrivati attraverso 47 bonifici quasi un milione e 100 mila euro. Alla «Cappelletti Costruzioni sas» erano state trasferite somme per circa 230 mila euro. Un fiume di euro che entrava nelle tasche della funzionaria infedele con un sistema tanto semplice quanto difficile da individuare: la donna, dipendente modella dell' azienda sanitaria da una ventina d'anni, era a capo dell'ufficio rimborsi e aveva collaborato alla predisposizione di un efficiente sistema di rimborsi in grado di rispondere nel giro di una sola settimana alle richieste degli aventi diritto. Denaro per contributi a prestazioni di diagnosi e cura, per rimborsi per assitenza termale, per alimenti destinati a celiaci, per forniture protesiche e assitenza odontoiatrica che Maria Angelica Cappelletti versava con solerzia e precisione a quanti presentavano regolare domanda, ma che dirottava in grande quantità anche sui conti correnti propri e dei parenti grazie a pratiche fittizie di richieste di rimborsi - 26 i soggetti "usati" per la truffa e ovviamente all'oscuro di tutto - gestite con grande abilità. Difficile accorgersi di qualcosa, perché spettava a lei stessa dare l'approvazione ai vari capitoli di spesa e ogni file arrivava all'ufficio ragioneria che, difronte all'imprimatur dell'insospettabile funzionaria, provvedeva a fare il bonifico. L'azienda sanitaria si è accorta di un'anomalia durante controlli per la redazione del bilancio: gli accrediti di diversi utenti del servizio sanitario finivano su un un conto corrente. E così che il 27 aprile il direttore generale Luziano Flor si presenta dal procuratore Giuseppe De Benedetto che, insieme al sostituto Licia Scagliarini, ha poi coordinato le indagini. La donna si trova in carcere a Rovereto mentre il marito e il fratello Eugenio, che avrebbero beneficiato maggiormente della truffa all'Azienda Sanitaria, sono finiti entrambi ai domicliari. E intanto la Lega Nord attacca con un'interrogazione a Dellai: «Nell'Appss mancano controlli incrociati preventivi».
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