Canile, il Pan-Eppaa cerca la nuova sede

Nessuna intenzione di chiudere: «Siamo una associazione e il nostro diritto di operare è sancito dalla Costituzione»



ROVERETO. «Ci abbiamo provato in tutti i modi, ma non possiamo fare di più, trattandosi di un canile privato». A parlare è il vicesindaco Gianpaolo Daicampi, riferendosi al canile ai Fiori, dove sta tornando l'emergenza acqua, e nel dire "provare" intende provare a trasferire i cani nel parco canile comunale. Il rifugio per cani è però ai Fiori da anni, gestito dall'associazione Pan Eppaa, ed ha tuttora attive diverse convenzioni con comuni trentini. Ospita 48 cani, ed è in qualche modo "tollerato" dal Comune. Il Pan Eppaa non solo non ci pensa nemmeno a lasciare, anzi sta cercando una nuova sede. E, fa capire Adriano Pellegrini, presidente del Pan Eppaa, un'idea c'è già. Intanto si cercano fondi per pagare i vigili del fuoco. I pompieri, che da anni rifornivano d'acqua i cani, avevano interrotto il servizio quest'estate - il Pan Eppaa non li pagava da anni. Concordata l'estinzione del debito (ben 7500 euro), i soldi però continuano a mancare, e il rischio di rimanere a secco, in tutti i sensi, è dietro l'angolo. La soluzione definitiva - non lo dice ma lo fa capire - è per Daicampi la chiusura ed il canile unico. «Capisco che per conglobare tutto ci vuole tempo, spero che la situazione possa maturare. Situazioni così sono risolvibili sedendosi attorno ad un tavolo, ma la decisione non spetta all'amministrazione di Rovereto». Ci sono altri Comuni, della Vallagarina e di altre valli trentine, ancora convenzionati con il Pan Eppaa . «Abbiamo parlato con gli altri Comuni, ma spetta a loro decidere - continua Daicampi - e anche al Pan-Eppaa. Deve decidere se preferisce continuare in una situazione tale, precaria ed incerta, oppure scegliere altre strade», però il Comune non può passare alle "maniere forti". «La situazione è al limite - prosegue il vicesindaco - soprattutto per gli animali». Il Pan Eppaa, di chiudere, non ha alcuna intenzione. «Siamo un'associazione, e la libertà associativa è garantita anche dela Costituzione», risponde Pellegrini, il quale ritorna su una vecchia polemica. «Il Comune poteva fare un canile unico quando scelse i criteri della gara d'appalto, invece di portare qui un gestore dalla Sardegna. Noi continuiamo, e stiamo pensando di trasferirci in un altro posto». La localizzazione sarebbe già stata individuata, mancherebbe l'accordo con il proprietario del terreno. «Ci stiamo lavorando da tempo, e quando saremo pronti comunicheremo la nuova sede», conclude Pellegrini. (ms)

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